Napoli, l’appello: l’Archivio Storico Enel deve restare in città e in Campania

Un patrimonio archivistico e storico non può essere trasferito altrove. Si faccia chiarezza su chi lo vuole spostare e perché

Come preannunciato, il nucleo promotore del documento per la salvaguardia dell’archivio storico Enel, ha messo a punto ed inviato al Ministro della Cultura, Sangiuliano; al Governatore della Campania, De Luca; al Sindaco di Napoli, Manfredi; alla D.G. Archivi, Sciri; Archivio Centrale dello Stato, De Pasquale; alla Soprintendenza Archivistica della Campania, Capone; Pres. X municipalità, Sangiovanni; Pres. VI Municipalità, Fucito; Pres. Mostra d’Oltremare, Minopoli; Pres. ANAI Campania, Vettone; Ad e Dg Enel Spa, Starace e Pres. Enel, Cristosomo; un documento per sottolineare le motivazioni per cui un patrimonio archivistico di tanta rilevanza nazionale, non può – e non deve – essere sottratto alla Campania e a Napoli.

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Ecco cosa scrivono i promotori

«Alla luce di quanto emerso da un articolo apparso su «Repubblica» il 2 aprile 2023 circa la temuta ipotesi di spostamento dell’Archivio Storico Enel in una imprecisata destinazione, ci pare doveroso fornire alcune informazioni, né approssimative né contraddittorie, e porre delle legittime domande per chiarire alcuni punti, data l’importanza della questione sia dal punto di vista della conservazione e della valorizzazione di un patrimonio archivistico di rilevanza nazionale nella città di Napoli, sia per dare fiducia alle centinaia di studiosi che da anni frequentano l’Archivio Storico dell’Enel. Il nucleo promotore del documento per la salvaguardia dell’Archivio storico Enel di Napoli

Il «non dare per scontato nessun trasferimento» indica una volontà esplicita di operare, all’unisono con tutte le parti interessate, per preservare la sede archivistica e renderla accessibile a chiunque: ciò è doveroso, in quanto la Mostra d’Oltremare S.p.a. aderì, a suo tempo, al Patto di Sviluppo per Napoli e per la Campania, che prevedeva la realizzazione in loco di un polo di archivi d’impresa di valore strategico, a partire da quello dell’Enel, con una cospicua dotazione finanziaria. Inoltre, è soltanto grazie a un’iniziativa precedente al 2019 che l’Archivio dell’Enel è stato salvato, con l’intervento del Ministero della Cultura, della Soprintendenza archivistica, della Regione Campania e del Comune di Napoli, scongiurando un proditorio trasferimento in una sede di deposito romana: l’Archivio è stato collocato nei locali della Mostra per essere tutelato e valorizzato.

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Dunque, un primo fondamentale salvataggio c’è stato, ma da chi non è stato valorizzato e difeso l’Archivio negli ultimi anni? Il problema del canone d’affitto sembra non avere riscontro pratico, poiché nella vecchia sede di Via Ponte dei Granili la spesa annua di locazione era di 900 mila euro, mentre nell’attuale locazione la spesa è scesa quasi del 50% (500 mila euro annui). Si parla di ipotesi, di indeterminatezza e di incertezza, di un divenire inquieto che non mostra ancora palesemente i suoi effetti. Ma, in considerazione di queste «ipotesi», perché il 4 aprile era in previsione un incontro – è stato annullato? – per avviare il trasferimento dell’Archivio nella sede di Pastorano logisticamente del tutto improponibile? La paventata inconsapevolezza di chi ha il compito della tutela deve lasciare intendere che non c’è coordinamento con l’Enel e che tutto sia il frutto di un’iniziativa improvvisata e unilaterale?

L’attuale sito che ospita l’Archivio alla Mostra d’Oltremare è il padiglione America Latina, che è diventata la sede definitiva in sostituzione del padiglione Libia e che richiedeva cura e valorizzazione. Chi ha il compito di sorvegliare che questo avvenga e non di chiudere e trasferire gli Archivi?

Nel 2019 la precedente Soprintendenza decise di attivare una serie di interventi per accogliere nuovi depositi nel Padiglione America Latina, migliorando i locali e ampliando gli spazi. Perché il piano dei lavori disposto non è stato eseguito? Forse la necessità della manutenzione è venuta meno? O è venuta meno l’attenzione nella conservazione di un patrimonio archivistico di tale rilievo? E poi, l’ipotetica sede di Pastorano è stata verificata e considerata idonea? Ci sono stati sopralluoghi? Chi li ha effettuati? Sono tutte domande che richiedono una risposta non vaga.

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Nell’intervista di «Repubblica» si lascia intendere che la frequentazione dell’Archivio Storico Enel sia limitata a pochi studiosi. Non è affatto così. Non possiamo credere che si vogliano sminuire il valore e l’importanza dell’Archivio. E chi ha il compito di valorizzarlo deve assicurare un’ampia presenza di studiosi, esperti, istituzioni, scuole e università, rendendo pienamente fruibile tale patrimonio e attivando iniziative di
promozione. In realtà, il documento sottoscritto da numerose personalità pone in rilievo proprio la rilevanza storica dell’Archivio, la necessità di valorizzarlo e l’importanza di preservarne la presenza all’interno della città di Napoli, anche per la sua storia imprenditoriale legata alla nascita e alla diffusione dell’elettricità, oltre che per altre evidenti ragioni.

Una convinta azione di difesa della sede partenopea dell’Archivio Storico Enel dovrebbe essere attivata senza alcuna remora e senza tirare in ballo la fantomatica sede di Pastorano. Non c’è alcuna traccia della presenza di parte del patrimonio archivistico e storico dell’Enel a Pastorano, denotando una scarsa conoscenza della situazione documentaria in oggetto e della differenza profonda, anche dal punto di vista normativo, tra archivi storici e depositi correnti, come elemento fondamentale per valutare qualsiasi iniziativa nell’ambito di conservazione dei beni archivistici.

Le nostre preoccupazioni aumentano considerevolmente di fronte all’ipotetico ricorso all’outsourcing, ovvero all’affidamento della gestione dell’Archivio a terze parti, ad aziende private, che non possono garantire la fruibilità e la consultazione dell’Archivio stesso, la sua tutela da tutti i rischi e la sua valorizzazione, come solo una struttura competente e dedicata, che è garantita nella sede attuale, può fare. Come già indicato, in passato un’intesa e un coordinamento tra Ministero, Soprintendenza, Regione e Comune evitarono lo spostamento dell’Archivio in un magazzino e la sua chiusura, che sembrava certa. Notiamo con soddisfazione che lo stesso impegno è stato preso affinché l’archivio resti in Campania. Ma perché spostarlo da Napoli? Si tratta di una decisione già presa?

Si lamenta tra le problematiche della città l’assenza di spazio. Alla Mostra d’Oltremare, oltre i locali già destinati ad Archivio, non mancano gli spazi e interi edifici da utilizzare, con investimenti ragionevoli. Non sembra, poi, un problema dotato di qualche evidenza la carenza di spazi a Napoli, alla luce della lodevole ricerca di una destinazione per Palazzo Fuga da parte di Ministero della Cultura, Regione e Comune. Nonché al cospetto delle altre numerose e adeguate sedi da impiegare per il patrimonio archivistico, a cominciare da destinazioni come la ex Cirio di Vigliena, di proprietà del porto di Napoli, o molti edifici pubblici inutilizzati al Centro Storico, al Vomero e in altre zone della città.

I firmatari dell’appello concordano con la necessità di rimarcare l’urgenza della difesa dell’Archivio Storico Enel contro ogni ipotesi di trasferimento dalla Mostra d’Oltremare o al di fuori della città di Napoli, addirittura lungo l’A1, in direzione Roma. Allora, perché giustificarsi o addurre spiegazioni poco convincenti se il trasferimento, a quanto dichiarato, non è stato finora richiesto dall’Enel, ovvero dall’azienda proprietaria della documentazione? A questo punto, ci sembra utile un incontro tra le parti interessate.

Come nucleo promotore dell’iniziativa, in rappresentanza di Associazioni, Enti del settore di carattere nazionale e singole personalità firmatari del documento per la salvaguardia dell’Archivio Storico dell’Enel, chiediamo di essere ascoltati dalle Istituzioni per fornire notizie dettagliate sull’argomento e collaborare alla tutela, salvaguardia e valorizzazione di un Archivio di fondamentale importanza per Napoli e per la memoria storica del Paese, il più importante Archivio di Storia d’Impresa del Mezzogiorno, onde evitare di esporlo a un’eventuale chiusura o dissoluzione inarrestabile».

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