Torre Annunziata, palazzo Fienga verso la demolizione: la città ha bisogno di vivibilità

Il commissario prefettizio Mone: «Non ha senso spendere tanti soldi per ristrutturare un edificio che non ha alcun valore»

A palazzo Fienga si decidevano i destini criminali della città. Da lì partivano le decisioni del boss Valentino Gionta. Fino al 2015 è stato considerato il fortino del clan. Poi da allora il bunker della camorra è stato sgomberato, murato e abbandonato. In questi 8 anni si è fantasticato sul suo possibile riutilizzo ma la struttura, così come il resto del centro storico di Torre Annunziata, è molto fatiscente. Secondo i piani dell’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, lì, doveva sorgere una «cittadella della legalità».

Un presidio con polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza, polizia giudiziaria, polizia metropolitana e polizia locale. Il progetto, finanziato con 25 milioni di euro, però, ora scricchiola. A sollevare i dubbi sulla sua funzionalità il senatore dei 5 stelle Orfeo Mazzella che in un’interrogazione diretta al ministro Piantedosi ha affermato: «Sotto il profilo strettamente funzionale, occorre riflettere sull’effettiva opportunità di concentrare in un unico complesso tutte le forze di polizia cittadine, atteso il rischio che la criminalità possa bloccare i pochi assi viari che connettono palazzo Fienga al resto della città, per sterilizzare e neutralizzare l’operato dei tutori dell’ordine in determinate circostanze criminose o terroristiche».

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Mone: «Torre Annunziata ha bisogno di luoghi vivibili»

Un progetto che non riscuote più i favori degli attori interessati. In un articolo di Marilicia Salvia su «il Mattino» il commissario prefettizio Ferdinando Mone spiega: «Non ha senso spendere tanti soldi per ristrutturare un edificio che non ha alcun valore storico o architettonico, non ha senso concentrare tutte le forze dell’ordine in un’area ristretta. Torre Annunziata ha bisogno di altro. Di spazi verdi, di parcheggi, di luoghi vivibili dove incontrarsi: la nostra idea è che quell’edificio venga abbattuto, che venga cancellato per sempre». Secondo il commissario la demolizione «avrebbe una forza simbolica ancora maggiore del riutilizzo».

Ad appoggiare la sua demolizione anche il senatore grillino secondo cui «in quella zona c’è il porto, ci sono gli Scavi di Oplonti, ha molto più senso utilizzare quelle aree in chiave turistica». Per Orfeo Mazzella, infatti, quei 25 milioni potrebbero essere investiti nella rigenerazione del Quadrilatero delle carceri: «Un grande spazio verde, parcheggi, edilizia riqualificata potrebbero attirare investimenti, migliorare il tessuto produttivo circostante, oggi devastato».

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