Istanze anche da clochard e persone morte
Ventuno indagati e crediti fittizi per 1,7 miliardi di euro, in parte utilizzati, sono i numeri di una truffa su i bonus edilizi scoperta dai finanzieri di Napoli e Avellino che stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Avellino e un sequestro preventivo d’urgenza della procura di crediti d’imposta inesistenti.
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L’indagine, originata da una analisi di rischio del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate e delegata dalla procura irpina al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e al Gruppo di Avellino, ha permesso di identificare una complessa ed articolata rete di persone che, nel corso degli ultimi mesi e su base quotidiana, anche dopo gli interventi normativi adottati a partire dal novembre 2021 per contrastare le frodi nel settore, ha inviato all’Agenzia delle entrate un elevato numero di comunicazioni di cessione di importi ingenti dei crediti ceduti di Ecobonus Bonus Facciate, frazionati tra numerose comunicazioni.
Le persone coinvolte
Gli indagati a volte erano i cedenti altre i cessionari del bonus. E le fatture avevano importi non coerenti con le comunicazioni di spesa inviate all’Agenzia delle entrate. Le ditte che dovevano eseguire il lavoro non avevano un solido profilo fiscale oppure avevano elementi di collegamento con i beneficiari. A volte, le particelle catastali dichiarate nei modelli di comunicazione all’Agenzia delle entrate corrispondenti ad immobili inesistenti nella pressoché totalità dei casi esaminati. Le persone interessate erano residenti in prevalenza in Campania, o senza fissa dimora, o decedute o con precedenti penali.
Gli interventi edilizi dai quali sarebbero sorti i crediti (per un importo complessivo di lavori dichiarati di circa 2,8 miliardi di euro) erano riferibili a immobili inesistenti, con indicazione nelle comunicazioni di cessione, in oltre 2.000 casi, di Comuni anch’essi inesistenti. Contestualmente al sequestro, sono in corso perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara nei confronti degli indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.
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