Ma i tedeschi insistono: l’avevamo detto
«Un autogol». Usa una metafora calcistica Andrea Abodi, ministro dello sport e a lungo dirigente sportivo, per sintetizzare il sentimento dell’Italia di fronte a una evidente stonatura di Aleksander Čeferin, presidente Uefa.
«Vietare la vendita dei biglietti ai tifosi dell’Eintracht a Napoli è sbagliato», aveva sentenziato il massimo dirigente del calcio europeo: frase improvvida, visti i timori di incidenti, e tale da provocare sorpresa anche tra le mura di Nyon, abituate a toni da diplomazia svizzera. Che non appartengono invece ai dirigenti dell’Eintracht: «La violenza non ha giustificazione – ha detto al rientro a casa Philipp Rescke, il dirigente addetto ai tifosi che nei giorni scorsi aveva fatto ricorso contro la decisione italiana – ma con il divieto di vendita dei biglietti non si risolve nulla».
Di fatto però, all’indomani della giornata nera di Napoli, con la città messa a soqquadro dagli ultrà tedeschi, le parole pronunciate due giorni fa da Ceferin assumono un peso addirittura maggiore. «Inaccettabili», ha tuonato il sindaco di Napoli, Manfredi. Abodi ha argomentato la sua «sorpresa». «Sono per il rispetto dei ruoli, e sulla sicurezza non si scherza», ha detto parlando a Sky da Cortina, a margine dell’alzabandiera dei Giochi 2026. Il tema della sicurezza è caldo per la Uefa, costretta da poco a risarcire i tifosi del Liverpool rimasti fuori dallo stadio di Parigi per la finale Champions dello scorso anno, a rischio di una nuova tragedia.
La disavvenutra a Oporto degli interisti e la versione tedesca
Ed è di queste ore la protesta dell’Inter all’Uefa contro la disavventura di un migliaio di tifosi interisti a Oporto: avevano il biglietto, ma sono rimasti fuori. Situazione lontana dai fatti di Napoli, ma se la Uefa è contraria alla linea tutta italiana di vietare le trasferte, le magagne in casa dimostrano che la versione dell’Eintracht non è inattaccabile. Il club tedesco sostiene che con la vendita dei biglietti la tifoseria tedesca – nota peraltro come una delle più aggressive d’Europa, e già protagonista di scontri all’andata – sarebbe stata sotto controllo.
«L’attacco è partito dai tifosi napoletani, ci ha detto la polizia italiana, e questo non giustifica nulla – le parole di Reschke – Ma vietare le trasferte non è la soluzione». Nessuna parola però, da Francoforte, sul perché 450 ultrà siano partiti senza biglietto. Quanto all’Uefa, ha monitorato la serata di Napoli, con l’intenzione di capire se alla scontata condanna degli incidenti andasse aggiunta un’inchiesta. Ma i giudici Uefa si occupano solo di fatti dentro o attorno allo stadio. L’imbarazzo di un vicolo cieco calcistico, quello è escluso.
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