La prudenza che fa agire … Io sto con Nordio. Mostra spessore ed equilibrio

Se la notizia di reato deriva da perorazione giornalistica ne scaturisce un processo (mediatico) fuori dal processo (giudiziario)

Provare ad imbastire una strategia è opera da condottieri ovvero, oggi, da leaders. Tuttavia non tutti chiamati a responsabilità si dimostrano all’altezza dei tempi e dei contesti e le dinamiche che ne scaturiscono, a volte, sono o appaiono fuori controllo.

Ebbene il Governo Meloni nella sua esplicitazione quotidiana appare o meglio comincia ad apparire, a mio avviso incomprensibilmente, come se avesse un’ansia da prestazione, poiché intende, a tutti i costi, procedere come un treno sui binari non sempre all’altezza di poter sostenere l’alta velocità. Ma, pur apparendo svelto e lineare, il percorso sui binari non fila liscio.

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Anche lì, nell’apparenza, se non vi è una guida sicura il treno potrebbe pure deragliare. La politica non sempre, negli ultimi decenni, ha avuto un andamento rigoroso proiettato verso gli obiettivi, senza avere ostacoli di sorta.

In ogni dove e per ogni tempo si frappongono poteri interdittivi, che, nel sistema italiano, assumono le vesti di occasioni (a volte anche mancate) di bilanciamento tra democrazia, partecipazione e governabilità. Il tutto condito da meccanismi strumentali, di contrapposizione di veti che anziché mirare a cogliere soluzioni incappano in una sorta di cammino impaludato, in cui difficoltoso risulta procedere.

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Oggi la discussione pubblica, su giustizia e caro-benzina, assorbe tutta l’attenzione possibile, senza che si possa provare, in siffatte condizioni, ad ipotizzare, qui ed ora, un’elaborazione in cui riuscire a coniugare competenze e volontà politica. Ebbene si coglie l’occasione, da non sprecare, per ripetere, ritualmente e banalmente, il dibattito su Nordio si o Nordio no, ovvero tra garantisti e giustizialisti.

Un momento di sintesi tra magistrati, giornalisti ed avvocati

Beh … io sto con Carlo Nordio perché ritrovo in lui spessore ed equilibrio. Le misure che lui propone mettono in luce la necessità di ricercare in quella triade tra giurisdizione e giornalismo un momento di sintesi tra magistrati, giornalisti ed avvocati che devono ricercare e trovare all’unisono di fare il controcanto alle egemonie.

Qui sta tutto il necessario ovvero qui stanno tutti gli ingredienti che costituiscono l’anelito alla giustizia da conseguire con gli strumenti, metagiuridici e metapolitici, della prudenza, della serenità e della misura. Qui si afferma o si nega il diritto ad avere una giustizia giusta basata sui fatti e non sul sospetto. Qui va, prudentemente e procedibilmente, portato avanti il percorso per fuoriuscire da un sistema complottista e pervenire ad un itinerario processuale in cui l’onere della prova e del senso della realtà è canone primario che non può essere calpestato.

Per cui bisogna passare da un sistema giuridico-mediatico che crea il fatto ad un sistema che sia capace di accertare il fatto concreto: evidente e costitutivo. Laddove la notizia di reato è preda di una strumentale perorazione giornalistica viene meno il processo di accertamento, si sostanzia un processo (mediatico) fuori dal processo (giudiziario). Così se ne trae l’effetto ultimo che il diritto di ciascun cittadino rischia di rimanere momento irrilevante di valutazione.

Credo che questo punto affrontato con prudenza dal Governo Meloni con il Guardasigilli Carlo Nordio può fornire e rappresentare il viatico di un’entità programmatica e riformatrice che muta e ispira nuovi paradigmi in cui non ci siano più le egemonie e le rappresentazioni totalitarie ed in cui l’agenda della politica, delle istituzioni e delle riforme intraprende la corretta scansione delle regole basilari della democrazia che funziona.

Ovvero giungere a quella dimensione plausibile che ricava dalla partecipazione scelte condivise e non l’applicazione di diktat di poteri che siano un «… Dio che crea il cielo e la terra», ma enti laici che aiutano la comprensione e soprattutto l’esercizio di funzioni che rispondano agli interessi generali ed ai diritti di umanità, solidarietà e sussidiarietà. Per i quali la politica, oltrechè prudente, diviene efficace.

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