Si rifletterà su di un inasprimento delle misure attualmente in vigore
Dopo anni di quasi tranquillità la violenza degli ultrà torna a caratterizzare una domenica di calcio. Ed il Governo si prepara a rispondere con un giro di vite. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che da prefetto di Roma adottò diverse volte prescrizioni per vietare le trasferte alle tifoserie ritenute a rischio, chiederà all’Osservatorio sulle manifestazioni sportive di valutare con la massima severità i prossimi eventi in programma. Si rifletterà poi, fa sapere il sottosegretario Nicola Molteni, «se sarà necessario un inasprimento delle misure attualmente in vigore per distinguere il vero tifoso dal violento».
Nel corso degli anni c’è stato un progressivo ammorbidimento della stretta contro la violenza negli stadi seguita alla morte a Catania dell’ispettore capo della Polizia, Filippo Raciti, il 2 febbraio del 2007: dagli steward negli impianti alla tessera del tifoso, dal Daspo alle trasferte vietate. I dati sugli incidenti sono andati via via calando. E’ arrivata poi la pandemia, con gli stadi chiusi al pubblico, che ha contribuito a far calare l’attenzione sul fenomeno.
L’Osservatorio nazionale, presieduto dal dirigente generale di Pubblica sicurezza Paolo Cortis, continua a riunirsi ogni settimana per valutare gli incontri più a rischio e predisporre adeguate misure di tutela. Sono però diventate sempre più rare le determinazioni che includevano il divieto di trasferta per le tifoserie. Sampdoria-Napoli di ieri, ad esempio, era stata considerata a rischio dall’organismo, ma la prescrizione adottata si limitava alla vendita dei biglietti per i residenti in Campania solo per il settore ospiti e solo se sottoscrittori dei programmi di fidelizzazione del Napoli.
Lo stop alle trasferte
Per il futuro, anche in seguito all’input alla «massima severità» giunto dal ministro, per le tifoserie che si sono rese protagoniste di disordini – è il caso di romanisti e napoletani, ad esempio, ma non solo – si tornerà a valutare lo stop alle trasferte. Molteni, da parte sua, ricorda che una stretta c’è stata già con il secondo decreto sicurezza del 2019, che conteneva un inasprimento del Daspo.
Ora, informa, «valuteremo se sarà necessario un ulteriore rafforzamento delle misure per distinguere il vero tifoso dal violento. Di certo – sottolinea – non possiamo accettare che si verifichino fatti come quello di oggi». Sulla stessa linea il sindacato di polizia Siulp, che lancia un appello a Piantedosi «affinché si valuti, urgentemente, la reintroduzione di tutti gli strumenti già sperimentati per prevenire queste forme di violenza. A partire dalla tessera del tifoso sino alle partite a porte chiuse per quelle squadre le cui tifoserie si evidenziano per violenza e intolleranza».
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