Napoli, il sindaco Manfredi e l’eterna passione della sinistra per le tasse

Dopo Irpef e imbarco aumenterà anche la tassa di soggiorno

Ancora si devono spegnere le polemiche per l’aumento dell’Irpef e della tassa d’imbarco, che già la giunta comunale di centrosinistra guidata da Gaetano Manfredi pensa ad altri incrementi. Se i primi due incrementi erano stati decisi dal primo cittadino insieme al governo Draghi (in maggioranza targato Pd-M5S) per il famoso «Patto per Napoli», adesso lo stesso Manfredi sta pensando a un inasprimento delle tasse su di un campo finora ancora imbattuto.

«Nei prossimi mesi stiamo valutando la possibilità di riportare la tassa di soggiorno ai livelli di quella delle altre grandi città turistiche italiane. Napoli è rientrata completamente nel novero delle grandi città turistiche ed è giusto che la sua tassa di soggiorno sia in linea con le altre città» ha detto a margine del Consiglio comunale. Secondo i dati riferiti, ad oggi, l’amministrazione incassa dalla tassa di soggiorno tra i 10 e i 15 milioni di euro. Il primo cittadino ha ricordato che «per come è organizzata la finanza locale, la tassa di soggiorno è l’unica tassa che il Comune incassa come conseguenza del turismo».

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Un settore, quello turistico, che a Napoli è in forte crescita ma che – ha evidenziato Manfredi – «non ha ricadute dal punto di vista della tassazione sulle finanze del Comune che invece si deve fare carico dell’incremento dei costi per l’igiene urbana, per il decoro, per i trasporti». Un’affermazione alquanto azzardata visto che Palazzo San Giacomo, tramite l’indotto, percepisce sicuramente lauti guadagni.

Ma, evidentemente, ancora una volta la giunta di centrosinistra ha mostrato il suo eterno vizietto: guidare le città pensando solo ad aumentare le tasse senza considerare che a pagare alla fine saranno sempre gli stessi: cittadini e visitatori.

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