Violenza sulle donne, a Napoli e provincia 6 arresti o denunce al giorno

Il dato sui maltrattamenti in famiglia e sugli atti persecutori è allarmante

«Una cella chiamata casa». È da questo slogan e da una immagine che i carabinieri di Napoli partono alla vigilia della giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, rendendo noto un bilancio del contrasto a questo reato e affidando a un video un messaggio di sensibilizzazione anche per convincere chi ha bisogno di aiuto a denunciare.

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Da gennaio scorso alla prima settimana di novembre i militari dell’Arma tra Napoli e provincia hanno arrestato e denunciato in flagranza di reato 593 persone per atti persecutori, 70 persone per violenza sessuale e 3 persone per femminicidio. Sono 1.271, invece, le persone arrestate e denunciate per maltrattamenti in famiglia per un totale di 1937 persone. In pratica, 6 persone arrestate o denunciate al giorno. Il rovescio della medaglia è che c’è un numero sempre crescente di denunce.

Gli ultimi casi di violenza sulle donne

Tra i casi trattati in questo periodo, il più recente è di ieri. Un 24enne del quartiere di Miano a Napoli, allontanato da casa dalla compagna 26enne incinta del loro quinto figlio per le violenze subite, si è arrampicato lungo la facciata del palazzo fino al suo balcone. I carabinieri lo hanno bloccato e arrestato. Qualche giorno fa, un 37enne di Giugliano, probabilmente per questioni legate alla gelosia, ha ferito la moglie con 10 coltellate ed è stato arrestato per tentato omicidio e maltrattamenti. La donna è salva per miracolo.

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Poi c’è la donna colpita con un batticarne alla testa a Pozzuoli dal marito durante una lite; 40 i giorni di prognosi prescritti per un grave trauma cranico per la vittima e l’arresto per il carnefice. Il racconto di 10 anni di violenze nella denuncia presentata ai carabinieri da una donna di Gragnano cui i carabinieri soo arrivati perchè allertati da un passante spaventato dalle sue grida strazianti; il compagno è in carcere e lei e i suoi due figli al sicuro.

Un inseguimento in auto nel comune di San Giuseppe Vesuviano ha fatto da sfondo all’ennesima sortita di un ex marito, per far fermare la vettura della ex moglie in cui c’era la loro figlia per fermarle e aggredirle, ma l’intervento dei carabinieri e le manette hanno evitato il peggio. Sull’isola d’Ischia la storia di una 21enne presa a pugni in faccia, e ridotta a una maschera di sangue dal marito, 40 anni, che provava a cancellare le tracce di sangue dalla parete all’arrivo dei militari dell’Arma. Ora è in carcere e dovrà rispondere in Tribunale di anni di violenze.

Un suo coetaneo a Caivano ha utilizzzato uno smartphone per colpire la moglie alla testa fino a farlo a pezzi davanti agli occhi della figlia. Ha brandito una mazza di metallo, invece, un 48enne giuglianese, arrestato dai carabinieri. Nel mirino dei violenti anche padri, madri o familiari. Sono numerosi gli episodi di violenza registrati nelle mura domestiche e la miccia spesso è accesa dalla tossicodipendenza o dall’abuso di alcool.

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Poi ci sono 3 femminicidi

La giovane Rosa Alfieri a Grumo Nevano, uccisa mentre sta rincasando dopo una giornata di lavoro, strangolata da un condomino che l’ha attirata in casa senza un motivo apparente. Sottoposto a fermo per omicidio Elpidio D’Ambra, 31 anni. Anastasiia Bondarenko, origini ucraine, morta a marzo, nella sua abitazione di Napoli per mano del compagno.

Un colpo per stordirla e poi l’incendio dell’appartamento. Il suo corpo carbonizzato è stato trovato dai Carabinieri. La figlioletta, testimone di una scena atroce, affidata ad alcuni familiari. Sottoposto a fermo per omicidio Dmytro Trembach, dopo 7 giorni di indagini serrate. Il 17 ottobre, invece, un 48enne ha picchiato con violenza la madre e la zia, per motivi ancora da chiarire. La zia, 67 anni, è morta dopo qualche giorno per le gravi lesioni subite. Il 48enne è stato arrestato.

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