Garante dei detenuti arrestato: «compensi» fino 850 euro per ogni consegna

In un’occasione avrebbe trasportato «anche i frutti di mare da far pervenire ai detenuti in segno di amicizia»

Hashish per un valore di almeno 10mila euro consegnato a due detenuti di Poggioreale durante i colloqui. E’ solo una delle accuse nei confronti di Pietro Ioia, Garante dei diritti dei detenuti di Napoli, fra gli otto arrestati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna per cellulari e droga che venivano recapitati in carcere. Non solo. «Ioia riceveva indebiti compensi in cambio dell’introduzione in carcere dei telefoni cellulari, compensi che erano corrisposti dai detenuti, tramite i loro parenti».

In una conversazione nella sala dei colloqui, intercettata dagli inquirenti, il Garante, dopo aver consegnato un telefonino a un detenuto gli chiede: «Ma dove te lo sei messo nella tasca?». «No, nella mutanda» gli risponde il carcerato «ottenendo l’approvazione del Garante» sottolinea il gip nell’ordinanza. «Bravo, mettiti sempre le mutande strette» conclude Ioia. Il Garante, con questo «sistema», otteneva un corrispettivo di circa 850 euro per ogni consegna, organizzate settimanalmente.

Pubblicità

Ma non c’erano solo droga e cellulari, fra le richieste di ‘beni’ da introdurre in carcere. «Un favore mi devi fare – dice un’arrestata a Ioia – una mangiata di cannolicchi, li sai? I frutti di mare». «La richiesta verrà esaudita» dal garante il 30 dicembre 2021, quando in occasione di un colloquio in carcere, si legge nell’ordinanza, «trasporterà, oltre a telefoni e droga, anche i frutti di mare da far pervenire ai detenuti in segno di amicizia».

«Alla ripartizione dei ruoli tra gli indagati, corrisponde una equa ripartizione dei guadagni – scrive il gip – secondo accordi predeterminati e fissi: numerosissime sono le conversazioni in cui emergono i compensi pagati a Ioia e quelli trattenuti dalla coppia Guillari-Murolo per la loro attività di mediazione, rispetto alle cifre corrisposte dai familiari dei detenuti sodali (Castello-Donzelli-De Maria), cifre che poi ‘rientravano’ con lauti guadagni a seguito della vendita in carcere della merce, attraverso i pagamenti che i familiari dei detenuti acquirenti facevano in contanti o sulle carte poste-pay, in particolare su quelle – oggetto di accertamento – gestite dalla moglie di Nicola Donzelli, Maria Maresca Cardamone. Anche la ripartizione dei proventi secondo regole fisse è indice di un accordo stabile e duraturo».

Pubblicità Federproprietà Napoli

Potrebbe interessarti anche:

Setaro

Altri servizi

San Vitaliano, sindaca e marito in manette: minacce a dipendente comunale per un appalto

Il dirigente si oppose e l'affidamento non andò in porto Avrebbero rivolto minacce, come di farlo «volare dal primo piano», nei confronti di un dipendente...

Arresti Sorrento, il collaboratore di Massimo Coppola ripreso da una microcamera

Mentre contava i 6mila euro appena ricevuti Sarebbe stato ripreso da una microcamera mentre contava i 6mila euro appena ricevuti da un imprenditore, Francesco Di...

Ultime notizie

Offese, minacce e botte ai bimbi: interdetta maestra

Maltrattamenti in una scuola dell'infanzia È accusata di maltrattamenti nei confronti dei propri alunni, bimbi della scuola dell’infanzia, la maestra a cui i carabinieri di...

Terremoto politico a Sorrento: arrestato il sindaco Massimo Coppola

Il sindaco sarebbe stato bloccato mentre intascava una mazzetta Terremoto politico a Sorrento. La Guardia di Finanza ha arrestato il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola:...

Napoli, droga tra le tombe: scoperta cocaina nello spogliatoio del camposanto

Nei guai il custode del cimitero Blitz dei carabinieri contro lo spaccio a Napoli in diversi quartieri. Droga in mano a insospettabili e nascosta ovunque...