Mario Draghi e la lezione di cerchiobottismo: parole, parole, parole

Il premier ha tenuto una conferenza stampa che ognuno può interpretare come più gli aggrada

Niente di nuovo sotto il cielo – un po’ nuvoloso, in verità, anche se tutti i partecipanti hanno finto di rendersene conto – della conferenza stampa di super Mario Draghi di ieri pomeriggio. A domande decisamente scontate, sono arrivate come prevedibili, le solite risposte rituali, retoriche.

Per arrampicarsi sugli specchi senza rischiare di cadere. Tant’è che ha chi gli ha chiesto se: nel caso che come minacciato il M5S non parteciperà al voto in sede, sarà necessario tornare in Parlamento per una verifica. L’ex uomo della Bce se l’è cavata invitandolo a rivolgersi al presidente Mattarella, poiché «ho già detto che per me non c’è un governo senza 5 Stelle e che non c’è un governo Draghi, dopo questo». Ha detto tutto, ma senza dire niente.

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Poi, non soddisfatto della chiarezza Mario Draghi ha aggiunto che «questa situazione di fibrillazione il governo l’ha affrontata abbastanza bene, continua a lavorare». Certo, c’è più di qualche iscritto all’ «associazione della poltrona» che mostra qualche perplessità e lui se l’è cavata assicurando che «Il governo con gli ultimatum non lavora, perde il suo senso di esistere» perché «se riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua». Detto fra noi, la Sibilla cumana non avrebbe saputo fare di meglio. E per di più accompagnato dal solito sorriso sibillino di difficile interpretazione.

La lisciatina per Giuseppi da Mario Draghi

Poteva mancare la lisciatina per Giuseppi, assolutamente no. E Mario Draghi, si è guardato bene dal mostrargli il viso duro. Anzi, «quando ho letto la lettera» consegnata da Giuseppe Conte «ho trovato molti punti di convergenza con l’agenda di governo e quindi i temi affrontati nella riunione di oggi con i sindacati sono esattamente in quella direzione, sono punti che era necessario sollevare» ha sottolineato.

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E così con una fava ha preso i classici due piccini: 5stelle e sindacati, con i quali ha spiegato che «l’incontro di oggi è stato “positivo”: “Grazie a Landini, Sbarra, Bombardieri per la disponibilità e il contributo”. abbiamo stabilito un metodo di lavoro. Abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale».

«Ci rivedremo tra due settimane quando – ha rivelato Mario Draghi – il governo presenterà un provvedimento corposo e in quell’occasione, prima di discuterlo in Cdm, avremo un altro incontro con le forze sociali».

Poi, ha spiegato che «la nostra economia rispetto a quelle di altri grandi Paesi dell’Eurozona al momento sta andando meglio delle attese (speriamo se ne siano accorte anche le vostre tasche, le mie, a dire il vero non troppo, ndr) ma sarei esitante ad estrapolare questo nei prossimi trimestri per i rischi che ci sono e sono davanti ai nostri occhi. L’inflazione erode il potere di acquisto delle famiglie (soprattutto quelle dei meno abbienti e quelle dei 5milioni d’italiani, in povertà assoluta, ndr). Dobbiamo intervenire per sostenere l’occupazione e affrontare disuguaglianze che in periodi di alta inflazione si aggravano. Difendere pensione e salari».

Mario Draghi: Numeri dell’Istat e dell’Inps drammatici

«C’è l’esigenza di fare qualcosa per il lavoro povero. I numeri dell’Istat e dell’Inps sono drammatici, in un contesto che è destinato a peggiorare la situazione per l’inflazione (finalmente dopo tanto ottimismo ingiustificato, anche un po’ di realtà ndr). Un intervento era assolutamente importante e necessario e, se coincide con l’agenda di Conte, sono contento e forse anche lui…» ha detto super Mario Draghi, ribadendo che «dobbiamo affrontare un salario che copra tutti i lavoratori perché non tutti sono coperti dai contratti collettivi, questi vivono in una situazione di incertezza e vulnerabilità, noi tutti dobbiamo agire nell’interesse di questi lavoratori (quasi, quasi, mi vien da piangere per l’emozione ndr)».

«A livello europeo è stata approvata la direttiva» sul salario minimo e il «governo intende muoversi in questa direzione». E il governo? Mario Draghi, non lo ha chiarito, ma tranquilli. Andrà avanti per la felicità di tutti, di aver conservato lo stipendio fino alla scadenza della legislatura e dei 5S che hanno bisogno di arrivare ad ottobre per garantirsi la pensione.

Ma fra tanti «lisciamenti», non poteva mancare un “pizzino” anche senza mittente per Salvini perché continua a dire di essere stanco e che da ora in avanti voterà solo provvedimenti per gli italiani. «Se non si deriva nessuna soddisfazione, se si ha la sensazione che sia una sofferenza straordinaria stare al governo, che si fa fatica, bisogna essere chiari» ha «gridato» Draghi.

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