A inizio mese erano già state spedite quattro tonnellate di alimenti e farmaci
Da Acerra (Napoli), l’ennesimo carico di medicinali, cibo, coperte e vestiario destinato alle popolazioni ucraine ancora bloccate nelle zone di guerra. Dopo aver riempito un tir di tredici metri, con tre tonnellate di cibo, una di medicinali, e migliaia di altri beni di prima necessità, i volontari dell’associazione ‘La porta aperta’, hanno riempito l’ennesimo camion diretto in Ucraina, per portare un poco di sollievo alle popolazioni in difficoltà, senza dimenticare però quanti sono arrivati sul territorio campano. Pacchi di vestiti e giochi sono stati infatti consegnati nelle ultime ore alle famiglie ospitate nel nolano, e per i pacchi che «escono» altre decine ne arrivano da tutti i comuni della Campania e dalle comunità ucraine già integrate.
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«Avevamo già preso contatti con un’azienda di consegne, la Eldorado Meest – spiega Pina Russo, presidente dell’associazione – e stavamo organizzandoci per le prime raccolte. Poi il 27 febbraio su Instagram qualcuno ci indica tra le associazioni che potevano effettuare la raccolta, ed in poche ore ci siamo ritrovati senza uno spazio libero, con auto che provenivano da tutta la Campania. Le stesse comunità ucraine presenti sui nostri territori venivano a consegnare pacchi da destinare ai familiari rimasti in patria, con biglietti recanti i propri numeri di telefono. Ci dicevano che non importava chi avesse ricevuto le cose, bastava sentire qualcuno che fosse lì».
Sette giorni per giungere a destinazione
Pochi giorni dopo è partito il primo tir di 13 metri, il cui autista ha impiegato quasi sette giorni per giungere a destinazione. «Ad un certo punto abbiamo perso i contatti – aggiunge Pina – non sapevamo che fine avesse fatto, e poi sono arrivate le foto della consegna, le prime immagini che era arrivato e stava effettuando la consegna del carico. Nel frattempo la gente ha continuato a portare di tutto, ed oggi parte un altro camion carico di cibo, medicinali e quant’altro possa essere utile».
Il lavoro dei volontari de «La porta aperta», attivi ad Acerra da alcuni anni per aiutare decine di famiglie in difficoltà, è divenuto interminabile, così come spiega la vicepresidente Antonella De Matteis, sempre in prima linea per dare una mano a quanti chiedono. «Quando sono arrivati i primi pacchi – ricorda – ci siamo messi al lavoro per accatastarli nei locali a nostra disposizione. Poi le braccia si sono moltiplicate, da quattro sono diventate otto, dieci, venti. Mi sono girata ed ho visto tante persone al lavoro per aiutare perfetti sconosciuti che si trovano sotto le bombe. Questa è la solidarietà di cui si ha sempre bisogno»
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