La protesta degli autobus turistici, in Campania 1058 aziende sono sull’orlo del fallimento

La morte di un’intera fetta del turismo è stata plasticamente denunciata

Un lungo e lento corteo, aperto da un carro funebre, e composto da circa cento autobus. Operatori del settore gran turismo, dell’autonoleggio bus e del noleggio con conducente hanno marciato a una velocità di 30 chilometri all’ora dalla zona orientale di Napoli a Caianello, sull’autostrada A1, per poi tornare in città per evidenziare la gravissima difficoltà in cui si trova il settore, in crisi per effetto del Covid e che ancora oggi resta completamente paralizzato. La morte di un’intera fetta del turismo è stata plasticamente denunciata con un’auto delle pompe funebri listata a lutto che ha fatto da battistrada al serpentone che si è incolonnato sull’autostrada.

Pesanti i disagi alla circolazione con il traffico autostradale di fatto bloccato

Alla manifestazione ha aderito Confesercenti Campania/Federnoleggio. Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno sottolinea: «È stata una manifestazione di dolore, il grido di disperazione di un comparto in ginocchio».

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In Campania 1058 aziende sono sull’orlo del fallimento, lamentando 300 milioni di fatturato in meno nel 2021, quando fatturavano 450 milioni. 4500 tra autobus, van e noleggio con conducente hanno avuto una forte contrazione della propria attività e non riescono a far fronte alle spese e alle esposizioni con le banche. La categoria è fortemente penalizzata dal blocco del turismo che continua da due anni ma che paga tutti i rincari, dal costo dell’autostrada a quello del gasolio.

Secondo quanto è stato denunciato, senza un intervento del Governo le aziende sono destinate a fallire e 10mila posti di lavoro, contando i 5000 lavoratori diretti dipendenti delle aziende e i circa 5000 lavoratori dell’indotto (tra carrozzieri, meccanici, gommisti e tutti coloro che lavorano nella manutenzione dei ‘mezzi’) sono a forte rischio.

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Le richieste di Confesercenti/Federnoleggio

«Il Governo – sostiene Schiavo – deve farsi carico di queste enormi difficoltà, sostenendo le imprese e dando ad esse risposte e ristori concreti. Innanzitutto va liberato il turismo da restrizioni in modo che riparta. Non dimentichiamo che, peraltro, questa categoria è il primo biglietto da visita per i turisti che arrivano in Campania. Necessario poi che il Governo riattivi la moratoria per sospendere e bloccare i leasing (la media di spesa è 5mila euro al mese per ogni autobus), i debiti con le banche, i mutui. E’ evidente che senza incassi le aziende di autonoleggio bus non possono più sostenere questi costi. Lamentiamo anche promesse non mantenute: si attendeva un contributo che non è mai arrivato».

«La nostra categoria – aggiunge Gennaro Lametta, coordinatore di Federnoleggio/Confesercenti Campania – è completamente dimenticata. L’unico nostro obiettivo è tornare a lavorare ma se non si eliminano le restrizioni allora il governo deve darci la possibilità di sopravvivere. I nostri bus si sono svalutati ed hanno perso due anni di vita utile. Tutto è ripreso, finanziamenti, tasse, caro carburanti e stipendi ai dipendenti, tranne il lavoro».

«Non possiamo fallire per scelte non nostre. Viviamo di turismo ma non siamo destinatari dei provvedimenti varati per il turismo, facciamo parte del comparto trasporti ma non rientriamo neanche nei provvedimenti adottati per questo settore, perché non siamo trasporto pubblico locale. Purtroppo il settore noleggio bus e vetture con conducente sta per fallire ma venderemo cara la pelle» ha concluso Lametta.

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