Occupato da ieri il deposito della Logista nell’Interporto di Maddaloni-Marcianise
Un centinaio di lavoratori ha occupato da ieri il deposito dell’azienda Logista all’interno dell’Interporto di Maddaloni-Marcianise (Caserta) per protestare contro la decisione della multinazionale spagnola del tabacco di chiudere il sito casertano e trasferire i 24 addetti amministrativi ad Anagni (Frosinone); una scelta che mette a rischio anche il posto di lavoro degli 84 addetti alla logistica (impacchettano sigarette).
Delusi e arrabbiati i sindacati, che in una nota firmata dai segretari casertani delle sigle dei trasporti Filt-Cgil (Angelo Lustro) e Fit-Cisl (Pasquale Federico) e dal segretario di Flai-Cgil Caserta (Igor Prata), parlano di una «decisione grave» che arriva improvvisamente e «senza un piano industriale, senza alcuna crisi aziendale. Nell’ultimo coordinamento nazionale la stessa azienda ha infatti descritto una situazione florida, con dei numeri di bilancio positivi, in linea con gli ultimi anni che hanno visto Logista fatturare decine di milioni di euro in Italia».
I sindacati: «Comportamenti completamente irresponsabili»
«Desta stupore – proseguono Lustro, Prata e Federico – che un’azienda che ha rapporti con un settore strategico come i monopoli di stato adotti simili comportamenti, completamente irresponsabili, generando confusione e paura tra gli oltre cento tra lavoratori diretti e della ditta in appalto, in quella che è un’operazione volta esclusivamente alla massimizzazione del profitto sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie, senza alcun riguardo per l’indotto, il tessuto sociale ed economico del territorio».
«Contro una scelta che ricadrà irrimediabilmente su oltre cento famiglie abbiamo immediatamente scritto al Prefetto, al Mise ed alla Regione Campania chiedendo un intervento urgente, e indetto uno sciopero con assemblea permanente che proseguirà ad oltranza. Non ci fermeremo – concludono i tre dirigenti sindacali – fin quando l’azienda non tornerà sui suoi passi. Il sito di Maddaloni non si chiude».
La replica dell’azienda
«Logista, che da oltre vent’anni opera nella distribuzione dei tabacchi, ha dovuto prendere atto del fatto che non sussistono più le condizioni adeguate alla prosecuzione delle attività presso il deposito di Maddaloni. La cessazione delle attività è prevista entro il mese di ottobre 2022» ha comunicato la multinazionale in un nota.
«L’azienda è consapevole del disagio che la chiusura comporta per i lavoratori del deposito di Maddaloni ed è pronta ad aprire un tavolo di confronto per trovare soluzioni e punti di incontro. Intanto, l’azienda si è già impegnata a fornire immediata proposta di ricollocazione in siti che si trovano nelle vicinanze ai 24 dipendenti diretti impiegati nel deposito di Maddaloni».
«Si impegnerà anche a supportare la società G.L.D., che ha in appalto le attività di movimentazione interna, per la definizione di un piano di iniziative volto a trovare soluzioni adeguate per i suoi 80 lavoratori, anche con proposte di ricollocazione in siti vicini, confidando nel concorso collaborativo delle Organizzazioni Sindacali».
«Logista ha sempre attuato importanti investimenti volti alla modernizzazione e allo sviluppo della propria rete logistica e dei servizi offerti. Adottando soluzioni all’avanguardia e una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ha migliorato sistemi infrastrutturali, organizzativi e tecnologici, creando occupazione per circa 3.000 addetti».
Tuttavia, da anni l’andamento del mercato è in costante calo, con una prospettiva di decrescita del settore prevista anche dal piano d’azione europeo. Il comparto deve, inoltre, subire l’impatto del fenomeno del contrabbando che in Italia, nonostante gli sforzi encomiabili delle autorità preposte al controllo, si attesta oltre il 3% del mercato, con gravi conseguenze oltre che per l’erario, anche evidentemente per la distribuzione legale, con una normativa peraltro depotenziata dalla depenalizzazione prevista per tali fattispecie.
«A ciò si aggiunge la necessità di interventi normativi volti ad assicurare un’evoluzione equilibrata e sostenibile del settore, anche attraverso l’adeguata regolamentazione di mercati e prodotti ormai consolidati, al fine di evitare grave rischio per i consumatori e danno per lo Stato e, ovviamente, per gli operatori della filiera. È evidente che tale contesto comporta una necessaria riorganizzazione della rete e dell’operatività, anche al fine di garantire la sostenibilità delle attuali attività economiche» conclude l’azienda.
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