«La sentenza del Consiglio di Stato rischia di gettare nel caos un settore»
Il futuro del settore balneare è stato il tema dell’Assemblea generale del Sib-Confcommercio Campania che si è tenuta oggi presso la Stazione Marittima di Napoli.
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All’Assemblea hanno preso parte il Presidente nazionale del SIB Antonio Capacchione, il Vice Presidente nazionale Salvatore Trinchillo, il Presidente SIB Campania Marcello Giocondo, l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Campania Antonio Marchiello, il Prof. Antonio Palma dell’Università Federico II.
I lavori, introdotti dal Presidente dell’ADSP Andrea Annunziata, sono stati moderati dal Direttore Generale Confcommercio Campania Pasquale Russo. «La sentenza del Consiglio di Stato, che ha stabilito il principio delle gare a evidenza pubblica per il rinnovo delle concessioni, rischia di gettare nel caos un settore che solo in Campania conta 600 imprese con 10.000 addetti» dichiarano Salvatore Trinchillo, vicepresidente nazionale SIB Confcommercio insieme a Pasquale Russo, direttore generale Confcommercio Campania.
«Dialogo con il Governo e le Regioni»
«Il SIB-Confcommercio – spiegano -, pur proseguendo nella difesa degli imprenditori balneari in tutte le sedi giudiziarie, intende aprire il dialogo con il Governo e le Regioni per giungere ad una regolamentazione tale da valorizzare l’esperienza degli imprenditori balneari, che hanno fatto della balneazione attrezzata una delle eccellenze del nostro Paese ed uno dei punti di forza dell’offerta turistica. Il SIB sta già lavorando per creare progetti e strutture di supporto agli imprenditori balneari per affrontare la modernizzazione del settore e facilitare ulteriori investimenti per la riqualificazione delle imprese».
«Il futuro delle coste italiane deve essere disegnato dai protagonisti, gli imprenditori storici unitamente alle Regioni, Comuni, alle associazioni civiche ed ambientaliste, guardando anche alla riqualificazione delle spiagge libere, oggi lasciate al degrado. Soprattutto, occorre mettere da parte ogni falso populismo che rischia solo di distruggere un settore che ha contribuito alla salvaguardia ed alla valorizzazione delle coste, mentre le spiagge libere sono state perlopiù abbandonate all’incuria» concludono.
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