Oggi la requisitoria di Filippelli e l’arringa dell’avvocato difensore
È alle battute finali il processo in corso davanti alla Corte di Assise di Napoli (presidente Antonio Palumbo, giudice a latere Giuseppe Sassone) sull’omicidio di Matilde Sorrentino, la «mamma coraggio» uccisa a 49 anni, davanti casa, il 26 marzo 2004, con quattro colpi di pistola, secondo l’accusa per avere lacerato il velo dell’omertà sugli abusi sessuali perpetrati ai danni di alcuni bambini, tra i quali il figlio, nel cosiddetto quartiere dei Poverelli di Torre Annunziata, in provincia di Napoli.
Oggi l’avvocato dell’imputato, Francesco Tamarisco, ritenuto un elemento di spicco della criminalità locale, ha pronunciato la sua arringa difensiva durante la quale ha sottolineato che il suo cliente «non nutriva alcun risentimento nei confronti della vittima e, per questo motivo, non poteva volerla morta».
Nella sua requisitoria il pubblico ministero Pierpaolo Filippelli, lo scorso 19 novembre, ritenendo Tamarisco il mandante di quell’efferato omicidio, ha chiesto ai giudici l’ergastolo per l’imputato. La camera di consiglio e la sentenza sono attese il prossimo 21 dicembre. Non è escluso che il procuratore aggiunto Filippelli possa chiedere alla Corte di Assise di concedergli la possibilità di replicare.
Il processo ha anche subito un momento di forte tensione lo scorso maggio: Tamarisco, infatti, ha interrotto l’intervento del pubblico ministero nei confronti del quale, ricordando due boss di caratura, ha rivolto parole minacciose: «Dovete ringraziarmi che non sono nè Pasquale Galasso e Carmine Alfieri. Altrimenti non avreste fatto il magistrato».
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