Le aziende offrono lavoro, lo Stato il reddito di cittadinanza. Al Sud oltre un milione di NEET

Il paradosso dalle politiche attive che dovrebbero favorire l’incontro tra domanda e offerta

Sono oltre un milione i giovani al Sud, tra i 15 ed i 29 anni, che non studiano e non lavorano. Oltre 500 mila le famiglie tra Campania e Puglia che percepiscono il Reddito di Cittadinanza. Eppure proprio in queste regioni la filiera agroalimentare rischia di fermarsi per mancanza di manodopera.

Questo è il paradosso generato dalle politiche attive del lavoro che dovrebbero favorire l’incontro tra domanda e offerta. O forse questo é uno dei principali slogan della politica italiana, che ha avuto la sua massima rappresentazione (considerando le risorse investite) con l’introduzione del discusso reddito di cittadinanza, accompagnato dagli ancora più discutibili navigator.

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Risultato? Ad oggi il sistema Unioncamere certifica oltre 1 milioni di posti di lavori da ricoprire, a fronte di oltre 2,5 milioni di giovani che il lavoro neppure lo cercano più, di questi oltre un milione di NEET, not in education, employment or training, sono al Sud: è il dato più alto a livello nazionale (32,6% del totale, contro una media nazionale del 23,3%).

Ma quì al Sud registriamo anche il paradosso che una delle più proficue filiere industriali, quale è quella agroalimentare, rischia un forte rallentamento perché, denuncia l’Assessore all’Agricoltura. della Regione Campania, Nicola Caputo, «manca manodopera nei campi e non ci sono autisti per curare il trasporto delle merci».

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È il caso, in particolare, della produzione di pomodori in Campania e Puglia, dove si va configurando una situazione di grave emergenza per quanto riguarda la raccolta e il conferimento alle industrie di trasformazione del pomodoro. Una situazione che rischia di creare ulteriori danni alle aziende produttrici già provate da mesi di emergenza sanitaria. Si tratta di tonnellate di pomodoro che rischia di deteriorarsi, si stima circa il 35 per cento di prodotto, se non venisse trasferito presso le aziende di trasformazione.

Campania e Puglia, oltre 500mila famiglie percettrici del reddito di cittadinanza

Non parliamo di lavori che richiedono grandi competenze, anni di esperienza o elevata specializzazione, in regioni come Campania e Puglia che registrano rispettivamente appena il 32,7% e il 35,1% di occupazione. Di contro, le statistiche dell’osservatorio sul reddito di cittadinanza indicano che nelle stesse regioni, nel periodo gennaio-giugno 2021, sono stati oltre 500mila i nuclei familiari percettori del sussidio statale.

In Campania i soggetti coinvolti sono stati in totale 873 mila, agli stessi sono andati mediamente 619€ mensili, mentre in Puglia ai 341 mila soggetti coinvolti sono stati corrisposti mediamente 550€ al mese. Da un lato la rilevante filiera dell’agroalimentare che non trova manodopera, dall’altro circa 1 milioni di beneficiari del RdC in attesa di essere orientati al lavoro dai navigator.

Anche il ricorso alla regolarizzazione dell’immigrazione non rappresenta più la facile risposta alle esigenze del mercato del lavoro. La recente esperienza maturata a seguito della regolarizzazione di cittadini stranieri, prevista dal Decreto Rilancio nel maggio 2020, ha avuto risultati alquanto deludenti. Secondo le stime dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, la procedura di regolarizzazione prevista dalla norma doveva rivolgersi ad una platea potenziale di oltre 1 milione di lavoratori, di cui 228 mila solo per il settore dell’agricoltura a fronte dei quali sono solo 30 mila le domande pervenute.

Certamente su questi dati avranno influito la scarsa semplificazione delle procedure oltre che le penalizzazioni economiche previste per la regolarizzazione dei lavoratori, ma questi risultati sommati a quelli assai poco incoraggianti raggiunti dal RdC inducono ad un ripensamento complessivo delle politiche attive e formazione per i quali il PNRR stanzia 500 mln di euro che si sommano al Fondo per le nuove competenze, il cui stanziamento è di 1 miliardo di euro.

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