Washington, assalto a Capitol Hill: 4 vittime e 52 arresti

Gli Stati Uniti d’America nel caos. Situazione senza precedenti a Washington, dove gruppi di manifestanti pro Donald Trump hanno fatto irruzione, alcuni armati, all’interno del complesso di Capitol Hill, dove il Congresso era riunito.

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Nei momenti più convulsi, senatori e deputati, così come il vice presidente Mike Pence, sono stati evacuati dall’aula, dopo avere ricevuto dagli addetti alla sicurezza l’ordine di indossare maschere antigas. I leader del Congresso sono stati trasferiti a Fort McNair, una base miliare nei pressi di Washington. L’area è stata messa in sicurezza verso le 18 locali, la mezzanotte italiana.

Secondo la polizia di Washington Dc quattro persone hanno perso la vita durante la protesta contro la certificazione della vittoria di Joe Biden. Il capo della polizia metropolitana, Robert J. Contee, ha precisato che gli arresti sono stati 52 e che hanno partecipato alle marcia di Washington “Save America” circa 45.000 persone. Tra le quattro vittime c’è anche una donna raggiunta da un colpo di pistola al petto. Si tratta di una sostenitrice di Donald Trump, Ashli Babbit. Rinvenuti anche ordigni esplosivi davanti al quartier generale sia del Dnc (Democratic National Convention) e sia dell’Rnc (Republican National Convention).

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Intanto la sindaca di Washington D.C, Muriel Bowser, ha deciso di estendere lo stato di emergenza, compreso quindi il coprifuoco serale, proclamato alle 18 di ieri dopo l’assalto per 15 giorni, ovvero fino al giorno dopo l”inauguration day’ in cui il presidente eletto Joe Biden si insedierà alla Casa Bianca.

Trump: «Elezioni rubate ma andate a casa in pace»

Il presidente Trump a modo suo lancia un appello alla pacificazione: «Sono elezioni rubate, ma ora andate a casa in pace». Lo afferma con un video su Twitter inviato ai manifestanti che hanno invaso il Congresso. La clip viene rimossa dopo alcune ore da Twitter, che imita il provvedimento preso anche da Facebook e Youtube.

«So che state soffrendo, le elezioni ci sono state rubate. E’ stata una elezione» vinta «a valanga, lo sanno tutti e specialmente dall’altra parte. Ma ora dovete andare a casa, dobbiamo avere pace, ordine e dobbiamo rispettare le forze dell’ordine. Non vogliamo che nessuno si faccia male, è un periodo duro», afferma ancora Trump nel video. «Non c’è mai stato un periodo come questo in cui sia accaduta una cosa del genere. E’ stata un’elezione fraudolenta ma non possiamo cadere nei tranelli di questa gente, dobbiamo avere pace. Andate a casa, siete persone speciali. So come vi sentite, ma andate a casa e andate in pace».

Biden: «Assalto senza precedenti»

«La nostra democrazia è sotto un assalto senza precedenti, mai visto in passato, un assalto contro i rappresentanti del popolo». Lo ha detto Joe Biden condannando l’attacco dei sostenitori al Congresso, sottolineando che è un attacco «allo stato di diritto». I fatti di ieri «sono un doloroso memento del fatto che la democrazia è fragile e per preservarla sono necessarie persone di buona volontà», ha affermato Biden dicendosi «shoccato e rattristato» per il fatto che l’America sta vivendo «un momento così buio» ma esprimendo la convinzione che, come in altri momenti, alla fine prevarrà.

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Avanza l’ipotesi della rimozione di Trump

L’ipotesi di invocare il 25esimo emendamento per rimuovere Donald Trump, dopo l’assalto, si sta rafforzando nel gabinetto del presidente. Lo riporta la Cbs citando alcune fonti, secondo le quali l’idea è in discussione all’interno della Casa Bianca ma non è stato presentato nulla di formale al vicepresidente Mike Pence.

Pence potrebbe «prendere seriamente in considerazione la possibilità di invocare il venticinquesimo emendamento per preservare la democrazia», ha dichiarato il presidente e amministratore delegato della National Association of Manufacturers Jay Timmons, uno dei principali sostenitori di Donald Trump, citato da ‘Usa Today’.

Il venticinquesimo emendamento delinea le procedure per la destituzione del presidente dall’incarico quando viene riconosciuto incapace di «adempiere ai poteri e ai doveri della carica». Può farvi ricorso il vicepresidente, che a quel punto lo sostituisce, e la maggioranza degli ufficiali esecutivi del presidente, o un altro organo designato dal Congresso.

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