Natale col Covid. Il governo sceglie la linea dura, niente deroghe per il periodo natalizio

L’ennesima riunione del governo con il favore delle tenebre regala agli italiani un Natale 2020 all’insegna di rigide misure di contenimento al Covid. Le anticipazioni sono state confermate attraverso l’approvazione di un decreto legge e, poi, di un Dpcm che serviranno a regolare il periodo che va da oggi fino al 10 gennaio, ma forse sarà il 15.

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Per la verità è stata tutta una giornata all’insegna delle riunioni di maggioranza, di esponenti di governo e capidelegazione, di confronti con tecnici ed esperti il che però non conferma la volontà di apertura e confronto da parte del governo quanto piuttosto lo stato confusionale e il passo incerto della compagine governativa guidata da Conte. In fin dei conti tante riunioni non sono mai indice di solidità e compattezza.

Come detto, alla fine è prevalsa la linea dura o sarebbe meglio dire la paura di ritrovarsi travolti da una possibile terza ondata qualora si fosse deciso di abbassare le misure di contenimento alla diffusione del virus. Sarà, quindi, come aveva detto lo stesso Giuseppe Conte un ‘Natale sobrio’ o sarebbe meglio dire mesto, dove non ci si potrà riunioni con i parenti, stare insieme allegramente e finanche festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

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Le misure decise dal Consiglio dei ministri

Riepilogando dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si potrà spostare tra Regioni, anche se queste saranno gialle; nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno niente spostamenti anche tra Comuni; niente spostamenti anche per quanto riguarda le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma; sempre garantito, invece, il ritorno nel proprio domicilio o residenza; ristoranti a pranzo aperti durante i giorni di festività ma la chiusura rimane alle 18; rimane anche il coprifuoco fissato dalle 22 alle 6 del mattino; riapriranno i centri commerciali nei fine settimana e i negozi rimarranno aperti fino alle 21, ma chiaramente tutti chiusi nella festività; chiusi gli impianti sciistici ma aperti gli alberghi in montagna.

Due novità: Dpcm validi per 50 giorni e possibili inasprimenti delle misure durante le feste

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Palazzo Chigi

Queste le misure decise dal governo di cui alcune, quelle riguardanti le limitazioni agli spostamenti, saranno inserite nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. Due le novità: il periodo di validità del Dpcm non sarà più di 30 ma di 50 giorni e, inoltre, il premier potrà con Dpcm rendere più restrittive le misure nel periodo 21 dicembre 6 gennaio, indipendentemente dal colore delle Regioni.

Scontro nel governo: Italia Viva contro il blocco degli spostamenti tra Comuni

In realtà, la discussione nel corso del Consiglio dei ministri non è stata serena e, anzi, momento di tensioni si sono registrati al momento di decidere il blocco degli spostamenti tra Comuni nei giorni di festa. In particolare, Italia Viva si è opposta a questa misura, continuando a chiedere deroghe. Alla fine, però è prevalso il muro di Pd, Leu E M5S che hanno impedito ai renziani di spuntarla i quali, però, possono ritenersi soddisfatti per aver portato a casa l’apertura dei ristoranti a pranzo nei giorni di festa.

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Il premier Conte e il ministro Speranza

La giornata del governo, comunque, era iniziata presto con il ministro della Salute, al Senato e poi alla Camera dove, oltre a ribadire la bontà delle misure decise dall’Esecutivo, che sta portando a una riduzione dell’indice di contagio Rt, ha rassicurato sull’impegno del governo per i vaccini. I primi dovrebbero arrivare verso fine gennaio, mentre la campagna vaccinale entrare nel vivo in primavera. C’è, però, chi non ha mancato di far notare che la Gran Bretagna inizierà a vaccinare già la prossima settimana. Il che, secondo il centrodestra, rappresenterebbe il ritardo accumulato dal governo e la sua inadeguatezza.

Tornando al decreto legge e al Dpcm oggi il governo incontrerà le Regioni per presentare le misure e poi il presidente del Consiglio dovrebbe firmare il Dpcm. Possibile una conferenza stampa per spiegare agli italiani il merito, ma soprattutto le motivazioni, delle misure messe in atto. E sperare che come accaduto nello scorso marzo siano comprensivi, anche se molte di queste rigide misure sono il frutto di una mancata o non adeguata attività di prevenzione e gestione dell’epidemia, di cui il governo non può certamente dichiararsi esente.

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