Melagrana: un frutto antico, tipico del Mezzogiorno e dai preziosi benefici nutrizionali

Coltivato ovunque dall’India fino a tutto il Mediterraneo, è conosciuto in Sud America grazie ai colonizzatori spagnoli. Sacro a Venere e a Giunone, secondo i Greci l’albero di melograno nacque dal sangue di Bacco scosso dalla passione per Venere. Tiene lontano invidia e odio. E’ simbolo di amore, fortuna, vitalità, legame coniugale, abbondanza e rinascita.

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Nell’antica Roma le spose romane intrecciava i loro capelli con rami di melograno come simbolo di ricchezza e fertilità. I Babilonesi mangiavano i chicchi di melograno prima della battaglia per rinvigorirsi. Nella Bibbia frutti, semi e fiori erano simbolo di amore, vitalità e fecondità. In Italia era già conosciuto sin dai tempi di Catone che parla dell’uso dei frutti acerbi e della loro preparazione per espellere la tenia: «tenias purgate et lumbricos».

Melagrana in letteratura e arte

Ha ispirato poeti come Giosuè Carducci (…il verde melograno, dà bei vermigli fiori), scultori, pittori come il grande Botticelli nella “Madonna della melograno” con i semi raffigurati, ben visibili nel frutto aperto in mano alla Madonna, rappresenterebbe il sangue versato di Gesù per salvare l’umanità.

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Si possono ammirare a Pompei le straordinarie raffigurazioni delle melagrane nella casa di Adone ferito, della piccola casa di Castore e Polluce o al Museo Nazionale nel Mosaico della Causa del Fauno. Secondo una leggenda il primo albero di melograno sarebbe nato per volere di Afrodite che lo piantò a Cipro e divenne sacro agli abitanti dell’isola e alla stessa dea.

Origine della parola e tradizione

Deriva dal latino malum (mela) gratum (con semi). I Romani avevano molti frutteti nei pressi di Cartagine. Secondo la tradizione contadina i granati venivano regalati a Natale per consumarli la notte di San Silvestro perché portavano prosperità e fortuna per il nuovo anno. Molte sono le aree vocate alla coltura nel Mezzogiorno grazie anche agli aspetti pedoclimatici. Ora, fortunatamente, c’è la riscoperta di un antico ruolo di coltura di pregio dell’agricoltura campana.

Valori nutrizionali

Appartenente all’ordine delle Myrtales, famiglia delle Punicaceae, dalle radici fittonanti, ramificate, consistenti e i fiori, i Balaustri, grandi e vistosi. Frutto tipico autunnale, bello e vigorosa, dal picciolo a forma di corona, dai grani rossi interi color rosso rubino. Contiene magnesio, zinco, ferro, rame, potassio, fosforo, vitamina A, B, C. Le sue proprietà benefiche sono conosciute sin dall’antichità. Già Columella nel “De Agricoltura” parla di melograno come medicamento per le coliche.

Noi nutrizionisti lo consigliamo a tutti, adulti, anziani, bambini, perché è ricco di antiossidanti, fa bene al cuore, alle arterie, protegge l’apparato gastroenterico. E’ importante per la coagulazione del sangue, contiene acido ellagico , un antiossidante dalle proprietà antitumorali, antiinfiammatorie. Il succo rafforza il sistema immunitario e riequilibra gli ormoni della menopausa. E’ un antibiotico, un antivirale naturale, un vero toccasana dalle benefiche proprietà nutraceutiche e salutistiche. Attenzione quando si vendono tutto l’anno, grandi, tutti uguali. Non vanno acquistati perché provenienti dalla Cina, dalla Spagna, dal Marocco, dal Cile e spacciati per Made in Italy. Sono pieni di pesticidi, dal sapore alterato.

Uso in cucina

Una volta raccolti dalla pianta si conservano naturalmente senza perdere la loro qualità per due o tre mesi. Possono essere trasformate in succo, rinfrescante e diuretico o aggiunte come grani per la preparazione di insalate o gustosi dolci o ancora come decotto tonico con foglie fresche o secche. Mentre i fiori e la buccia, ricca di tannini, hanno azione astringente, usati contro la diarrea.

Centrifugato di succo di melagrana (proprietà: dissetante, antiossidante, antivirale, antibatterico). Centrifugare con apposita centrifuga il frutto di melagrano e sorseggiarlo come spuntino nell’arco della giornata

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