Attesa per i dati della cabina di regia. Intanto i medici chiedono il lockdown

E’ stato il primo week end a ‘fasce’. L’Italia divisa in tre zone, dal giallo al rosso passando per l’arancione, per respingere la seconda ondata. Lo ha deciso il governo evitando di ricorrere immediatamente all’arma finale, il lockdown. Meglio differenziare le misure sul territorio sulla base degli indicatori (circa una ventina) stabiliti dal ministero della Salute e dei dati forniti dalle singole Regionali.

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Delle polemiche si è detto e scritto tanto, oggi gli sguardi saranno tutti sui dati per capire come sia trascorso questo week end e quali effetti avrà prodotto. Anche se, come hanno chiarito dal governo, ci vorranno circa due settimane per avere risultati apprezzabili.

Ciò non toglie che gli occhi saranno fissati ai dati del report dell’Istituto Superiore di Sanità che è atteso nelle prossime ore e che potrebbe allargare la stretta anti-contagio nel Paese. Si parla di Campania e Liguria che potrebbero scivolare in zona arancione, mentre la provincia di Bolzano autonomamente ha deciso di diventare zona rossa.

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Forte attesa per questi dati anche perché, complice pure il bel tempo, sono state tante code e le file all’ora di pranzo nei locali, sul lungomare (non solo quello di Napoli), nelle principali vie. Insomma, quello che si temeva è successo e cioè all’assembramento serale si è passati a quello mattutino o pomeridiano.

Slittano ad oggi i dati della cabina di regia. Scontro tra regioni e governo

Brusaferro Coronavirus
Silvio Brusaferro

Per questo sarà interessante vedere i dati anche se si registrano tensioni tra governo, Regioni ed esperti. Questi ultimi si lamentano per la scarsa affidabilità dei dati forniti dagli amministratori locali al punto che è stato costretto ad intervenire lo stesso ministro Speranza: «Sarebbe un reato molto grave dare dati falsi». Dal canto loro i governatori non lesinano critiche alla cabina di regia e soprattutto quelli del Centrodestra parlano di scelte dettate da logiche politiche, al punto che il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, ha precisato: «Le valutazioni del rischio regionale non sono pagelle, ma strumenti tecnici. Nella nostra cabina di regia non si fa politica».

Nel frattempo, le notizie che arrivano dai territori non sono delle migliori, e raccontano di una Sanità che annaspa sempre di più proprio a causa dell’arrivo della seconda ondata. A Napoli, ad esempio, i pronto soccorso sono in prima linea con code senza fine davanti agli ospedali che non hanno più posto. Nel Nord, a Monza, una delle province più colpite della Lombardia dalla seconda ondata di epidemia, oltre il 70 per cento dei posti risultano occupati. In Puglia la Sanità è al collasso, e gli ospedali in Toscana, in particolare a Pisa, sono pieni. Mentre in Piemonte si chiede alle Ong di dirottare il proprio personale verso le strutture sanitarie per dare un aiuto

L’Ordine dei medici chiede il lockdown totale

Da qui l’appello disperato del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli che chiede «lockdown totale, in tutto il Paese». Anelli spiega che «considerando i dati di questa settimana come andamento-tipo e se li proiettiamo senza prevedere ulteriori incrementi, la situazione fra un mese sarà drammatica e quindi bisogna ricorrere subito ad una chiusura totale. O blocchiamo il virus o sarà lui a bloccarci perché i segnali ci dicono che il sistema non tiene ed anche le regioni ora gialle presto si troveranno nelle stesse condizioni delle aree più colpite. Con la media attuale, in un mese arriveremmo a ulteriori 10mila decessi».

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In Calabria nuove polemiche con l’arrivo di Zuccatelli come commissario. Scontro su un suo video

Sul fronte politico l’attenzione è tutta per la Calabria dove l’uscita di scena di Saverio Cotticelli, travolto dalle polemiche per l’intervista rilasciata a Titolo V, e l’arrivo come commissario di Giuseppe Zuccatelli non ha portato serenità. Ad accendere le polveri un’intervista dello stesso Zuccatelli, peraltro ammalato di Covid, che qualche mese fa dichiarava che «le mascherine non servono a un c… L’unica cosa che serve è la distanza» e che «per beccarti il virus, se io fossi positivo, sai cosa dovresti fare? Tu dovresti baciarmi per 15 minuti con la lingua».

Meloni: «Zuccatelli è un negazionista»

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Dichiarazioni che non potevano non innescare nuove polemiche. Per Giorgia Meloni «Zuccatelli è un negazionista, l’ho sempre detto che stanno al Governo. Questo signore immagino non si sia preso il Covid baciando con la lingua per 15 minuti, come aveva dichiarato in quel video. Per una regione come la Calabria ci vorrebbe maggiore serietà. Io non ho idea dei meriti di Zuccatelli, ma mi viene da pensare che questi commissari vengano nominati per contiguità politica più che per competenze reali. Di certo, se pensiamo di affrontare una pandemia con gli amici degli amici stiamo messi male».

A sua volta lo stesso Zuccatelli ha poi chiarito spiegando che «le mie affermazioni errate, estrapolate impropriamente da una conversazione privata risalgono al primo periodo della diffusione del contagio. Le mascherine sono parte della fondamentale strategia di contrasto al Covid-19. Invito tutti ad utilizzarle, così come a rispettare il distanziamento fisico».

Critica Leu che con Nicola Fratoianni boccia la scelta di Zuccatelli: «Capisco tutto, l’urgenza, l’emergenza, la fretta e tutto il resto per trovare un nuovo commissario alla sanità della Calabria. Ma così non si può fare. Si intervenga subito».

Critica Leu ma Speranza cerca di spegnere le polemiche: «Video inopportuno»

Roberto Speranza Covid-19 nuovo dpcm
Roberto Speranza

Ma a cercare di spegnere le polemiche è intervenuto lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, precisando che «quel video è profondamente inopportuno, è anche un modo molto sbagliato di comunicare anche se viene da una stagione diversa. Ma 30 anni di curriculum non si possono cancellare per un video sbagliato e rubato». Inoltre, il ministro della Salute ha ammesso di vedere «ancora una consapevolezza che non è all’altezza della situazione. La differenza la fa il comportamento individuale. E abbiamo bisogno che torni lo spirito di consapevolezza di marzo. Se non invertiamo la curva, il nostro servizio sanitario tra poco sarà in crisi».

Quindi Natale a casa? Su questo il ministro risponde: «In realtà non è scritto nel cielo quello che avverrà nelle prossime giornate. Non ci sono tabelle excel che ci dicono esattamente dove si va a finire con la curva dei contagi». Perciò, «noi sappiamo che le misure che stiamo mettendo in campo, soprattutto nelle zone rosse produrranno sicuramente degli effetti di abbassamento del contagio. Però c’è una variante decisiva che è il comportamento delle persone. Questo comportamento è quello che può veramente cambiare le cose».

Comunque oggi avremo i primi dati e forse i primi verdetti che potrebbero determinare spostamenti delle Regioni tra le varie fasce e senza dubbio anche nuove polemiche.

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