Covid-19, De Luca: «Serve lockdown nazionale, in Campania a breve»

di Redazione

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca chiede al Governo un lockdown nazionale e specifica che in ogni caso «la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo». L’allarme lanciato prima tramite una nota e poi argomentata nella sua classica diretta facebook del venerdì.

«I dati attuali sul contagio – dice la nota – rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. È necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali (industria, agricoltura, edilizia, agro-alimentare, trasporti). E’ indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo».

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«Oggi siamo chiamati a prendere decisioni forti, definitive ed efficaci, per far fronte a una situazione che è diventata pesante» ha argomentato nel corso della diretta. «In Campania oggi abbiamo 2.280 positivi su 15.800 tamponi. Abbiamo cioè il 14,5% di contagi rispetto al 12,8% di ieri. Ogni giorno che passa rischia di aggravarsi in maniera insostenibile la situazione dell’epidemia» ha spiegato.

«Per questo io ritengo – afferma – che non ci sia più un’ora di tempo da perdere e perfino l’ordinanza che entra in vigore oggi è già superata dai dati del contagio con i quali dobbiamo fare i conti. Io credo che dobbiamo decidere oggi, non domani, non fra una settimana, perché davvero non abbiamo più davanti tempo da perdere». «Avevamo immaginato una chiusura parziale – ha spiegato De Luca – ma per i dati che abbiamo non basta più neanche questo. Dobbiamo decidere di chiudere tutto».

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De Luca ha affermato che chiederà «al Governo non solo la mia richiesta di lockdown su tutta Italia, ma per quel che riguarda la Campania procederemo in direzione della chiusura di tutto. Per l’Italia deciderà il Governo, per la Campania faremo quello che riteniamo giusto per noi».

«Io credo – dice – che dobbiamo chiudere tutto tranne le attività industriali, agricole, dell’edilizia, l’agroalimentare, le forniture agroalimentari, le cose che abbiamo già conosciuto a marzo e aprile. Chiudere tutto tranne che le attività essenziali. Credo che dobbiamo bloccare la mobilità tra regioni e tra comuni, tentando di difendere per quanto possibile le attività produttive. Siamo ancora in tempo, oggi abbiamo una situazione pesante ma non siamo alla tragedia, però siamo a un passo dalla tragedia. Detto in maniera brutalmente chiara, io non voglio trovarmi di fronte qui da noi ai camion militari che portano centinaia di bare di persone decedute».

E attacca il ministro Azzolina e chi ha sostenuto che le scuole dovevano restare aperte. «E’ stupido, da irresponsabili dire che le scuole vanno chiuse per ultimi» afferma. «Di fronte ad un aumento di contagi come quello che abbiamo registrato tra docenti e alunni, l’unica risposta che la ragione può dare è quella di evitare che il contagio si diffonda. La priorità non sono gli ideologismi ma bloccare i contagi. Le decisioni non si prendono in astratto ma sulla base dei numeri».

Tra prima e dopo l’apertura delle scuole, «nella popolazione generale c’è stato un aumento di 3 volte del contagio, nella fascia tra 0 e 18 anni l’aumento è stato di 9 volte». «Siamo passati nella fascia 0-5 anni da 88 positivi prima del 24 settembre a 402 positivi a dopo l’apertura – ha spiegato – nella fascia tra 6 ai 10 anni prima 57 contagi, dopo l’apertura 476 contagi, nella fascia 11-14 anni prima 49 contagi, dopo 479 contagi. Nella fascia 15-18, prima dell’apertura 82 contagi e dopo, 558 contagi. Quale genitore degno di questo nome manderebbe i figli a scuola con queste cifre?».

Infine il governatore chiede al governo di iniziare a parlare di aiuti economici alle attività chiuse. Il lockdown, secondo Vincenzo De Luca, è inevitabile. Il problema urgente ora, dopo aver chiuso tutto, sarà stabilire come e quando aiutare economicamente le persone colpite dal provvedimento.

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