Il primo discorso sullo Stato dell’Unione della presidente von der Leyen

Lo scorso 16 settembre, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha tenuto davanti all’assise di Bruxelles il suo primo discorso sull’Unione.

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Nell’allocuzione, in cui ha sottolineato il suo impegno prioritario nel voler affermare la visione ambientalista e della Lgbti nella società europea, si ritrovano tutti i riferimenti ai nuovi profeti; manca però un qualsiasi accenno ai padri fondatori e non c’è nessuna invocazione a un Dio che possa proteggere i popoli europei.

Oggi sembra quasi che l’esecutivo europeo, il super-governo dell’UE, abbia subordinato la sua agenda solo a quella della lobby LGBTQI. (lesbiche, gay, bisessuali,transgender, incerti(querer) e intersessuali).

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Von der leyen non ha parlato infatti di lavoro, di disoccupazione, di immigrazione selvaggia nè di valori ed obiettivi condivisi e neanche della pandemia che ha ripreso la sua recrudescenza, ma ha ribadito la priorità che si è posta questa Unione: diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050…

Per far ciò la Commissione europea propone di aumentare l’obiettivo per il 2030 di riduzione delle emissioni almeno al 55%… un accordo “verde” europeo che però implica molto di più che la riduzione delle emissioni; si tratta di modernizzare sistematicamente la nostra economia, società e industria.

Secondo i Soloni di Bruxelles infatti,un’economia che prioritariamente si occupi di ridurre le emissioni migliora la qualità della vita. Il Green Deal europeo non è solo un progetto ambientale ed economico: è anche un grande progetto culturale.

Siamo qui agli antipodi dell’idea di cultura tradizionale che abbiamo finirà mutuato dal cristianesimo: la cultura non è più l’anima del popolo (Giovanni Paolo II) ma il progetto di una elitè di pochi ed illuminati per costruire una nuova società aperta di valori e diversità (il mantra di Soros)

Dalle parole eteree della Von der Leyen alla realtà più cruda però, con la crisi sanitaria che oggi ha ripreso la sua virulenza ed ha dimostrato l’inutilità di questa Unione Europea le cui soluzioni proposte per risolvere la crisi sembrano lo scarica barile del tutti contro tutti.

La parole della Von der Leyen si dimostrano fuori dal contesto e incapaci di riunire ad esempio gli Stati nazione di fronte alle minacce turche contro uno dei suoi membri, la Grecia, e contro un terzo stato membro, Cipro, che ancora è occupato militarmente dalle forze turche Eppure la presidente ha parlato della forza necessaria, certo non nelle risposte da dare al sultano, ma nella necessità di proteggere ulteriormente i diritti degli LGBTQI e le loro implicazioni nell’ambito della famiglia, in nome dell’eguaglianza…

Tutto questo, alla fine, fa dell’ideologia di genere un pre-requisito irrinunciabile di questa Unione Europea e le zone senza LBGTQI come quelle che i cittadini hanno deciso in Polonia,per opporsi ai favoritismi verso il popolo LGBTQI, sarebbero zone giudicate dalla Presidente dell’esecutivo, prive di umanità, come se rivenisse effettivamente alle prerogative dell’UE quella di concedere o ritirare agli Stati membri qualsiasi brevetto di umanità.

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Un discorso che apre a tante imprevedibilità: nella logica che tutti sarebbero uguali,ma qualcuno lo sarebbe più degli altri, come diceva, nella fattoria degli animali, George Orwell. Quella imprevedibilità, ad esempio, che imporrebbe ad ogni Paese membro di scegliere quale comunitarismo dover privilegiare.

Problemi, dissensi, finalità distorte, alla fine, che spingono l’Europa verso panorami da incubo A complicare ulteriormente le cose, e la Von der Leyen se n’è guardata bene dal ricordarlo, i soldi che si è deciso di spendere nell’accordo firmato al Consiglio Europeo dello scorso giugno: Recovery Fund, Transition Fund e Bilancio Pluriennale sono ancora in attesa di ratifica da parte del Parlamento Europeo.

Rimangono cioè solo sulla carta sia il Fondo per la Transizione Energetica (sul quale Polonia e Germania contano molto) sia il Bilancio Pluriennale,perché non c’è nessun accordo tra la Presidenza di turno del Consiglio Europeo, il Presidente del Consiglio Michael e il Parlamento europeo.

Così è… ma che delusione constatare che il progetto europeo iniziale di quella zona di pace, di libertà, di democrazia e di cooperazione sia scaduto in maniera così evidente che ormai sembra sempre più urgente chiedersi se i popoli europei siano rimasti ancora legati all’idea originaria di un ‘Europa unita,oppure ritengano di voler concludere questo fallimento generale causato dall’ideologia liberal-libertaria che spinge verso un naufragio ormai inevitabile.

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