Arriva il proporzionale, ma sarà la legge elettorale giusta per l’Italia?

La legge elettorale ha segnato le stagioni della politica in Italia

Silvio Berlusconi nel 1994

Dalla fine della Prima Repubblica la legge elettorale ha scandito i passaggi politici nel nostro Paese. Nel ’94 l’avvento del maggioritario segnò la fine del vecchio assetto politico e l’avvio della cosiddetta Seconda Repubblica. Centrodestra contro Centrosinistra, leaders, coalizioni, programmi e la fatidica frase “la sera delle elezioni sapremo chi ha vinto e chi ha perso”.

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Nel 2006 nuova legge elettorale, il Porcellum, un proporzionale con liste bloccate e premio di maggioranza sembrò aprire una nuova stagione politica: la nascita del Pd, con la vocazione maggioritaria nel Centrosinistra, e il Popolo della Libertà. Sembrò che il panorama politico andasse verso una definitiva semplificazione all’inglese con soli due partiti.

E poi nel 2018 il Rosatellum, un ritorno al maggioritario corretto però da una quota proporzionale con sbarramento al 4 per cento e liste bloccate ma corte. E anche in questo caso fu preconizzato l’avvio di una nuova fase politica, la Terza Repubblica con l’arrivo al potere del M5S e della Lega, in versione nazionale, di Matteo Salvini. Esperimento che è durato poco più di un anno.

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Non è qui il caso di ricordare il Papeete, i pieni poteri e la spallata fallita di Matteo Salvini, ma il finale di quella stagione gialloverde è il governo dei Cinquestelle e il Pd che faticosamente va avanti. Forse più per la paura di cadere che per la volontà di governare il Paese.

E adesso? Altro giro, di elezioni, e altra corsa con l’ipotesi di una nuova elettorale che potrebbe segnare l’ennesimo cambiamento nella storia politica di questo Paese. Una riforma che si lega a doppio filo con le vicende del governo e con il futuro di una maggioranza sempre più zoppicante e che qualcuno vede appesa al Coronavirus, nel senso che una nuova serrata, un aumento dei contagi potrebbe essere l’unico mezzo per arrivare a superare Natale e vedere da vicino il semestre bianco che significherebbe la blindatura del governo.

La riforma proporzionale delle legge elettorale arriva il 27 in Aula alla Camera

parlamentari vitaliziMa nel frattempo, come detto, c’è una riforma elettorale da portare avanti che nei piani del Pd e del M5S dovrebbe arrivare in Aula alla Camera il prossimo 27 luglio per essere approvata entro la chiusura estiva di Montecitorio. Una legge completamente proporzionale con sbarramento al 5 per cento. Un’asticella molto alta che spiega le resistenze di Italia Viva e Leu che temono di rimanere fuori dai giochi.

Ciononostante il Pd tira dritto, anche se i rischi di falli di reazioni sul governo potrebbero essere molto alti. Tanto che qualcuno sussurra che potrebbe essere proprio questo l’obiettivo del Pd, costringendo Matteo Renzi a far saltare il banco pur di evitare il via libera a una riforma che segnerebbe la fine del suo progetto politico. E non a caso l’ex premier punta al maggioritario che attraverso il sistema dei collegi e quindi delle coalizioni gli consentirebbe di continuare ad avere un potere di interdizione e, anche, di ricatto.

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Matteo Renzi rilancia il Sindaco d’Italia

Renzi: Conte attivi il Mes
Matteo Renzi

Sindaco d’Italia ripete Matteo Renzi come un mantra per esorcizzare l’avvento del proporzionale con soglia di sbarramento. E in tanti dicono che un abbassamento, ad esempio verso il 3 o 4 per cento, potrebbe essere la classica soluzione capace di salvare capra e cavoli.

Si vedrà ma intanto anche nel Centrodestra si affilano le armi in vista della battaglia elettorale. I capigruppo di Centrodestra in Commissione Affari Costituzionali hanno scritto al presidente Fico per denunciare “una ingiustificata quanto imbarazzante compressione delle tempistiche procedurale” e chiedendo così “una organizzazione dei lavori della commissione secondo modalità che consentano un’ampia partecipazione e condivisione dei contenuti e finalità proprie dei diversi progetti di legge”.

Giorgia Meloni presenta ddl elettorale maggioritario: avere un governo la sera del voto

Giorgia Meloni dl Rilancio
Giorgia Meloni

Giorgia Meloni da par suo ha già fatto la prima mossa e in una conferenza stampa ha annunciato il suo progetto di riforma elettorale: un maggioritario puro con premio di maggioranza. “Una proposta di legge fortemente maggioritaria, ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia, che consenta agli italiani di scegliere alleanze, parlamentari, programmi, e di avere un governo la sera del voto”.

E nello specifico: “Quello che noi facciamo è mantenere la quantità di collegi previsti dal Rosatellum, nonostante il taglio dei parlamentari. La quota maggioritaria quindi impatta molto di più, per quasi il 60 per cento degli eletti. I vantaggi sono due: il sistema è immediatamente applicabile e gli italiani decidono”.

Ora bisognerà trovare la quadra nel Centrodestra con Forza Italia e Lega, ma la strada sembra essere in discesa visto che l’indicazione di massima è quella di resistere sul proporzionale per virare sul maggioritario.

Con il proporzionale ritorno ai riti della Prima Repubblica

Giovanni Spadolini e Giulio Andreotti

Quello che è certo è che se davvero sarà proporzionale l’Italia si avvierà all’ennesimo cambiamento politico. Dimentichiamoci le coalizioni, i leader candidati alla presidenza, i programmi e “la sera delle elezioni sapremo chi ha vinto”. Si prospetta un ritorno alla Prima Repubblica, a quella Repubblica parlamentare, peraltro prevista dalla nostra Costituzione, dove i governi si formavano in Parlamento al termine del confronto tra i vari partiti usciti dalle urne.

E sulle scelte peseranno naturalmente i rapporti di forza tra i vari partiti. E forse una riflessione va fatta proprio su questo. Siamo certi che il sistema elettorale proporzionale sia in questo momento storico il migliore per l’Italia? Gioverebbe infatti ricordare che il proporzionale esalta i partiti, che assurgono a protagonisti. Ecco, in un momento di profonda crisi dei partiti e delle stesse ideologie, siamo sicuri che puntare sul proporzionale sia la scelta più giusta?

Insomma, questa Italia e la sua classe politica è davvero pronta a una legge proporzionale?

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