Scuola, scontro Ministero-sindacati. Cgil: «Non ci sono condizioni per riaprire in presenza». Azzolina: «Mi attaccano perché sono donna»

di Redazione

Il Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina continua a ribadire, in ogni intervista, intervento in Aula e in ogni occasione possibile, che la scuola riaprirà in tutta sicurezza il 14 settembre prossimo. Parole che però sono aspramente criticate, non solo dall’opposizione di centrodestra, ma anche dai sindacati della scuola. Questa mattina l’ennesimo attacco al Ministro è arrivato dalla Flc Cgil scuola.

«Oggi le condizioni per cui le scuole riaprano in presenza non ci sono: inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. A causa del ritardo con cui il confronto è iniziato e la scarsità delle risorse la situazione delle scuole è drammatica. I dirigenti scolastici sono a caccia di spazi; serve un organico straordinario che al momento non c’è» ha affermato Francesco Sinopoli segretario del sindacato.

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«La preoccupazione – ha spiegato Sinopoli – che sta nascendo è che poichè il tempo scuola si ridurrà si tornerà alla didattica a distanza. Noi sindacati vogliamo che si ritorni a scuola non vogliamo soluzioni diverse. Abbiamo bisogno di un decreto legge sulla scuola. Il governo deve dire con chiarezza che bisogna riaprire la scuola in presenza», ha concluso il sindacalista.

«Mi attaccano ma ora vado in tv e spiego io, adesso basta, ho sbagliato a non farlo prima. Dai sindacati mi aspetto collaborazione. Sono pronta ad un confronto televisivo con Salvini sulla scuola» risponde il ministro Azzolina all’Huffington. Aggiungendo: «Sono donna, sono un ministro Cinque stelle, sono giovane, c’è l’idea che noi M5s siamo incompetenti, anche se io ho due lauree, l’abilitazione all’insegnamento, specializzazioni. Adesso basta. In realtà, la scuola viene usata per prendere consenso elettorale e se restiamo così non cambierà mai nulla».

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Azzolina Scuola«E invece è una – continua – cosa serissima. Siccome oggi la scuola parla alla metà delle famiglie del Paese, a 8 milioni di studenti, a un milione 250mila circa di lavoratori, questo fa sì che ci sia un’attenzione forte, ma che in passato non c’è stata. In realtà stiamo facendo cose meravigliose per la scuola italiana, a partire dalla digitalizzazione delle graduatorie provinciali che danno anche ai giovani la possibilità di iniziare il percorso dell’insegnamento, giovani sempre maltrattati».

«Ho voluto la nomina di Arcuri per velocizzare le tempistiche. Il presidente della Repubblica ha firmato il decreto Semplificazioni e lì ci sono i poteri da commissario straordinario per Arcuri per avviare immediatamente tutto. Ma anche qui solo polemiche». Il riferimento è alle polemiche scaturite dopo la nomina secondo cui la nomina di Arcuri sia in realtà un commissiariamento del ministero. «Prima ci portano ad esempio la bella scuola dei paesi scandinavi, poi quando proviamo a rendere più bella la scuola in Italia solo chiacchiere. I nuovi banchi serviranno a costruire una scuola innovativa» afferma.

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