Dati sensibili resi pubblici, pagine lente, lunghe attese per poi vedersi restituire messaggi di errore, scambi di utenti. E’ successo di tutto, sul sito dell’Inps, da quando è stato dato il via alle domande per il bonus di 600 euro previsto per gli autonomi. Oltre 300mila le domande già presentate da mezzanotte. Ma le persone connesse alla piattaforma sono state molte di più, causando il crash del sito internet e costringendo l’istituto a scaglionare gli utenti: dalle 8 di mattina alle 16 potranno accedere patronati, consulenti del lavoro e commercialisti, dalle 16 in poi toccherà ai semplici cittadini. Almeno questa la decisione fino alle 13.45.
Da quell’ora il sito non è più raggiungibile. A chi prova ad accedere appare la schermata di errore. I più fortunati leggono un laconico messaggio: «Al fine di una migliore e più efficace canalizzazione delle richieste di servizio il sito è temporaneamente non disponibile. Si assicura che tutti gli aventi diritto potranno utilmente presentare la domanda per l’ottenimento delle prestazini». Una situazione gestita male ma che secondo i responsabili dell’Inps non dipende solo da loro.
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Da giorni violenti attacchi di hackeraggio ma l’Inps ha sempre taciuto. Perché?
«Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi, e anche stamattina, violenti attacchi hacker. Questa mattina si sono sommati ai molti accessi, che hanno raggiunto le 300 domande al secondo, e il sito non ha retto. Per questo abbiamo ora sospeso il sito». «Ovviamente nei giorni scorsi – ha aggiunto – abbiamo informato le autorità di sicurezza nazionale, polizia e ministri vigilanti». Attacchi hacker quindi, non dipesi dalla l’istituto.
Una segnalazione che a molti utenti appare di più come una scusa per discolparsi. «Come mai non ne hanno parlato nei giorni scorsi? Come mai sono andati avanti come niente fosse mettendo a rischio i dati di milioni di italiani?» commenta sui social Marco C. «Stranamente – commenta Francesca K. – quando devo pagare le tasse funziona tutto perfettamente». «Anche l’INPS sta usando la scusa ‘Mi hanno hackerato l’account’» è il commento di Rosa.
Il disguido sul sito dell’Inps con lo scambio di identità tra gli utenti «è una cosa gravissima che non deve succedere» e «sarà oggetto di verifica», ha aspiegato la vicepresidente dell’Inps Maria Luisa Gnecchi sottolineando che il disguido è durato cinque minuti. Evidentemente all’istituto di previdenza hanno una cognizione della durata del tempo diversa da quella dei comuni mortali, visto che è dalla mezzanotte che numerosi utenti segnalano il problema. Gnecchi ha detto comunque che nessuno perderà il sussidio e che se le risorse dovessero esaurirsi saranno rifinanziate. Nessuno, ha detto, «resterà senza bonus. Cerchiamo di collaborare».
Il Garante per la Privacy Soro: «Siamo molto preoccupati»
«Questo data breach è un fatto gravissimo, siamo molto preoccupati», dice il Garante per la Privacy Antonello Soro. «Abbiamo immediatamente preso contatto con l’Inps – aggiunge Soro – e avvieremo i primi accertamenti per verificare se possa essersi trattato di un problema legato alla progettazione del sistema o se si tratti invece di una problematica di portata più ampia. Intanto è assolutamente urgente che l’Inps chiuda la falla e metta in sicurezza i dati».
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