Estorsioni al porto di Napoli, 3 arresti nel clan Mazzarella

In manette Salvatore Barile, Gennaro Mazzarella e un incensurato

Estorsioni al porto di Napoli: i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Torre del Greco hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di tre soggetti gravemente indiziati del reato di estorsione in concorso tra loro, aggravato dal metodo camorristico e dalla finalità di agevolazione del clan Mazzarella. In manette sono finiti Salvatore Barile, 40 anni, e Gennaro Mazzarella detto «bomba a mano», 52 anni, esponenti di primo piano del clan e l’incensurato Alex Gustavo Noviello, 33 anni. Gennaro è figlio di Vincenzo Mazzarella, detto «o’ vichingo» a sua volta cugino del capo storico Ciro Mazzarella, detto «o’ scellone», deceduto nel 2018.

Le attività d’indagine, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, sono state originate dalla denuncia presentata nel 2022 dalle vittime, due fratelli titolari di un esercizio commerciale e di una ditta di facchinaggio, situati all’interno del porto di Napoli, vittime di estorsioni avvenute nel corso del tempo.

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Le dichiarazioni raccolte dalle parti offese, avvalorate dalle indagini svolte, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati che, nei primi mesi del 2022 avrebbero richiesto con veemenza e con ripetuti atti di violenza fisica, l’imposizione di una tangente da pagare, nella misura di 500 euro mensili, oltre ad una ulteriore e ingente somma di denaro come corrispettivo per gli anni passati da versare al clan Mazzarella, al fine di continuare ad esercitare la propria professione nel porto di Napoli.

Le indagini hanno accertato inoltre che gli estorsori, con le loro condotte violente, nonché avvalendosi della forza intimidatrice del clan Mazzarella, erano riusciti ad ottenere il pagamento di alcune quote. Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre soggetti, nonché della loro pericolosità, deducibile anche dalle modalità mafiose utilizzate, è stata emessa un’ordinanza applicativa della misura di custodia cautelare in carcere

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