Tentò di uccidere 3 complici della «banda del buco» dopo una lite: preso

L’uomo raggiunto da un provvedimento cautelare in carcere per il triplice tentato omicidio avvenuto a maggio a Capodimonte

Un regolamento di conti tra componenti della «banda del buco»: fu questo il movente della sparatoria avvenuta il 9 maggio scorso a Napoli, in corso Amedeo di Savoia. Per quell’episodio la polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un uomo, Marco Scutto, di cui non vengono diffuse le generalità, accusato di tentato triplice omicidio nonché porto e detenzione di arma da sparo in luogo pubblico. Il provvedimento cautelare giunge al termine di indagini condotte dalla squadra mobile.

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I tre feriti, con precedenti per reati contro il patrimonio, furono raggiunti da numerosi colpi d’arma da fuoco mentre un quarto rimase rimasto illeso, solo perché l’arma impugnata dal responsabile si inceppò. Sia i feriti che l’uomo che fece fuoco, come ampiamente raccontato da ilSud24, erano noti come rapinatori specializzati nella cosiddetta tecnica del buco. Da quel curriculum criminale gli inquirenti sono risaliti al responsabile.

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La ricostruzione

Il raid fu registrato all’altezza del corso Amedeo di Savoia, zona Capodimonte, all’esterno di un salone da barbiere e all’altezza della filiale della banca Bper. Tre persone furono ricoverate all’ospedale Pellegrini.

Da subito si parlò di una lite come movente del ferimento dei tre uomini. Due di essi rifiutarono il ricovero. Si trattavano di Antonio Russo e Vincenzo Grandelli, entrambi di 55 anni. Furono colpiti rispettivamente alla gamba destra e alla gamba sinistra, ma per loro il codice era verde, dal momento che i proiettili sono entrati e usciti dai tessuti molli. In condizioni più gravi, tanto che per lui fu necessario il trasferimento all’Ospedale del Mare, Gennaro Esposito, 61 anni, arrivato in codice rosso in pronto soccorso con un proiettile nel fianco.

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Esposito e Grandelli furono arrestati insieme nel 2009 insieme ad altre tre persone, quando la Squadra Mobile li catturò perché sospettati di un colpo da 60mila euro all’interno della filiale del Monte dei Paschi di Siena, in corso Novara. Il colpo fu portato a termine con la tecnica del buco. L’agguato sarebbe partito da una discussione tra specialisti delle rapine.

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