Le organizzazioni mafiose puntano su metaverso e darkweb

La ‘ndrangheta si conferma l’assoluta dominatrice della scena criminale

I clan dei grandi gruppi criminali in Italia puntano al metaverso, a sfruttare le piattaforme di comunicazione criptate e, in generale, internet e darkweb. E’ l’allarme lanciato dalla Dia nella relazione semestrale che offre un’analisi del fenomeno mafioso sempre in evoluzione per adattare il business criminale alle nuove realtà sociali ed economiche. Un focus è stato dedicato al nuovo scenario, quello dei rischi legati alla galassia web, «rispetto al quale Europol – si legge – ha già evidenziato le potenziali criticità» e la capacità «di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari su scala globale».

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Vecchi e nuovi business in cui la malavita sembra avere sempre le antenne ‘dritte’ ad intercettare nuove frontiere da sfruttare per le attività illecite. Dal documento della Direzione investigativa emerge, inoltre, che le cosche fanno sempre meno ricorso alla violenza per puntare agli affari e investimenti, soprattutto in aree del Paese dove c’è una «forte sofferenza economica».

«Si tratta di un modus operandi dove si cerca sia di rafforzare i vincoli associativi, sia di stare al passo con le più avanzate strategie di investimento, riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dai fondi pubblici nazionali e comunitari, ovvero Recovery Fund e Pnrr».

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Le organizzazioni criminali

In questo ambito, alla luce di una «struttura coesa», «delle sue capacità militari» e «del forte radicamento nel territorio, la ‘ndrangheta si conferma l’assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d’influenza con mire che interessano quasi tutte le Regioni.

In Sicilia, Cosa Nostra riesce ancora ad avere una «capacità attrattiva» sulle giovani generazioni. La criminalità organizzata siciliana riesce a coinvolgere non solo «la diretta discendenza delle famiglie mafiose ma, anche e soprattutto, un bacino di utenza più esteso al fine di ampliare la necessaria manovalanza criminale».

Nell’attività illecita dei clan di stampo camorristico «frequenti risultano, invece, i casi di pervasiva ingerenza all’interno della pubblica amministrazione campana volti a condizionarne i regolari processi decisionali per l’affidamento degli appalti pubblici, altro settore di prioritario interesse criminale».

Puglia e Lazio

In Puglia, e in particolare nell’area di Foggia, la mafia sta dimostrando «un’elevata capacità di penetrazione nel tessuto imprenditoriale e all’interno degli Enti locali come documentato dagli scioglimenti per infiltrazioni mafiose di importanti Consigli Comunali tra i quali, più di recente, quello di Foggia». Il Lazio, dal canto suo, si conferma la regione «per numero di segnalazioni in funzione del rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo». In sostanza, secondo quanto emerge dal documento, sia il territorio regionale che Roma rappresentano una «opportunità di investimento» anche alla luce degli «miliardari previsti tra il 2021 e il 2026 per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr e le ingenti risorse che affluiranno a Roma in vista del Giubileo».

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Le misure di prevenzione

Infine sul fronte delle misure di prevenzione, nel secondo semestre del 2022 la Dia ha confiscato beni per 181, 4 milioni di euro rispetto ai 43,4 dei primi sei mesi dello scorso anno. Per quanto riguarda i sequestri la cifra si attesta sui 31 milioni di euro mentre nei primi sei mesi erano stati 92,8 milioni.

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