Sotto processo per abusi si addormenta e si sveglia dopo un anno

Il procedimento giudiziario nel frattempo è andato avanti

Prima ha smesso di nutrirsi, poi non si è più alzato dal letto. Infine si è addormentato ed è rimasto così per un anno. Ahmed, un 28enne pakistano arrestato per una presunta violenza sessuale ai danni di minorenne, si è svegliato solo in questi giorni all’ospedale Cardarelli di Napoli. A dare notizia del «risveglio» è il suo legale, l’avvocato Donato Vertone, che l’ha difeso nel procedimento giudiziario a suo carico. Un procedimento che però è andato avanti senza che l’imputato potesse essere ascoltato.

Nell’udienza di convalida dell’arresto – che si è tenuta davanti al gip di Civitavecchia dopo che l’uomo era stato bloccato a Fiumicino, nel luglio del 2021 – Ahmed si era dichiarato innocente. Ma da quel momento in poi la sua voce non si è più sentita. Il suo processo è ancora in corso e la prossima udienza è stata fissata per il 9 gennaio 2023. E’ serpeggiato il sospetto che stesse fingendo, i giudici lo hanno ritenuto capace di intendere e volere e, di conseguenza, anche di sostenere il processo che è andato avanti senza di lui, sempre nella convinzione che fosse un bravissimo attore.

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I periti: «Sindrome di Ganser»

I periti nominati dal giudice d’altronde hanno chiuso gli accertamenti definendo il caso del pachistano una «simulazione riferibile a sindrome di Ganser» che inizia, appunto, con una simulazione ma che porta, poi, il soggetto ad ammalarsi veramente. «Ho incontrato il 1 giugno scorso il giovane Ahmed nel centro clinico del carcere di Regina Coeli, era addormentato ed era in quello stato da vari mesi: mi sono chinata sulla sua faccia, gli ho urlato e non si è minimamente mosso, era in uno stato di profondo addormentamento; ho parlato con il compagno di cella e mi ha detto che non aveva mai fatto un movimento, nè di giorno nè di notte», racconta Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone che ha acceso un faro sulla vicenda.

Ad occuparsi del giovane era un infermiere – dice ancora Marietti – che gli dava del cibo liquido, imboccandolo; il ragazzo aveva un catetere e un pannolone che gli veniva cambiato ogni giorno. Veniva anche condotto alle udienze, dove continuava a dormire ma doveva per legge essere presente.

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Il trasferimento a Secondigliano

«Ho fatto passare vari mesi – spiega la responsabile di Antigone – poi ho visto che non si muoveva nulla e ho scritto un articolo che è stato pubblicato su un quotidiano: a quel punto Ahmed è stato trasferito a Secondigliano dove c’è un centro clinico più attrezzato. Lì ho visto una grande attenzione al caso dai dirigenti e dai sanitari dell’Istituto. Il ragazzo è stato quindi ricoverato all’ospedale Cardarelli dove, dopo una decina di giorni, si è svegliato».

«Come si può pensare che una persona stia oltre un anno in una situazione di addormentamento simulato? C’è una incapacità del sistema carcerario a farsi carico delle singole storie», conclude Marietti. Arrivato all’ospedale Cardarelli il 23 novembre, Ahmed è stato dimesso il 9 dicembre. L’uomo era affetto da diverse infezioni che sono state trattate con una terapia antibiotica e guarite. Inoltre dimostrava anche segni di una storia psichiatrica personale molto pesante. Ora è nel carcere di Secondigliano e le sue condizioni sono state giudicate buone.

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