Deceduta cadendo da balcone, il marito: «Non l’ho uccisa io»

La difesa di Paolo Foresta, rinviato a giudizio per omicidio preterintenzionale

«Non l’ho uccisa io. Io ero innamorato di mia moglie e di certo la sua morte ha provocato un immenso dolore nel mio cuore. Attualmente soffro di depressione». Lo afferma, in una nota, Paolo Foresta, di 36 anni, di Napoli, rinviato a giudizio per omicidio preterintenzionale per la morte della moglie Annamaria Sorrentino, di 25 anni, di Melito (Napoli), ex Miss Campania, deceduta nell’estate del 2019 due giorni dopo essere caduta dal balcone dell’appartamento del villaggio turistico di Parghelia in cui stava trascorrendo un periodo di vacanza insieme al marito ed a due coppie di amici.

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La vittima, così come il marito e le persone che erano in vacanza con loro, era affetta da audiolesi. Il processo è fissato per il 15 novembre prossimo davanti ai giudici del Tribunale di Vibo Valentia.

Foresta, difeso dall’avvocato di fiducia Fabrizio De Maio del foro di Lagonegro, secondo l’accusa, avrebbe picchiato la giovane, che sarebbe precipitata dal balcone nel tentativo di sfuggire alla presunta violenza da parte del marito. Stando all’ipotesi accusatoria, Foresta avrebbe avuto dei risentimenti nei confronti della moglie per una sospetta relazione extraconiugale della donna.

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«In questi anni – afferma Foresta – sono stato massacrato da tutta Italia. Sono stato descritto come un mostro che ovviamente non sono. Ho partecipato a molte trasmissioni televisive con l’intento di raccontare come fossero andate davvero le cose. Con mille difficoltà, ho sempre cercato di spiegarmi ma essendo sordomuto non sono mai stato capito del tutto. Per chi vive questa disabilità risulta difficoltoso esprimere con chiarezza tutto quello che si pensa e si vuole dire. È vero, io e Annamaria litigavamo come normalmente accade tra marito e moglie quando qualcosa non va. Sfido chiunque a dire che con il proprio partner non abbia litigato».

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