I giudici hanno argomentato che «il disvalore delle condotte emergeva in tutta la sua gravità»
In aula ha sostenuto che era tutto vero, che la madre della studentessa 17enne era consapevole che sua figlia avesse una relazione con un suo professore e che la ragazza fosse pienamente consenziente e che ricambiasse i suoi sentimenti. Questa tesi, ripetuta davanti al Tribunale, poi di fronte alla Corte d’Appello e in Cassazione, è stata sempre giudicata inconsistente e smontata e per il docente, all’epoca in servizio in una scuola superiore della periferia di Milano, è stata infine confermata la destituzione dal servizio.
Con una sanzione accessoria: non potrà avere in futuro alcun accesso al mondo della scuola, in nessuna posizione, né a qualsiasi altra forma di pubblico impiego. La sentenza della Cassazione che conferma la destituzione è stata pubblicata lo scorso 20 ottobre e a darne notizia sono oggi Il Giorno e il Corriere della Sera. Il provvedimento disciplinare del ministero dell’Istruzione con il quale il docente era stato allontanato per sempre dall’insegnamento risale al 14 maggio del 2018.
È stato il professore a fare ricorso in Tribunale contro questa decisione ma giudici hanno però spiegato e argomentato che «il disvalore delle condotte emergeva in tutta la sua gravità considerando, da un lato, il ruolo di responsabilità e la funzione educativa assegnati al docente e, dall’altro, il fatto che gli studenti a lui affidati attraversavano un’età obiettivamente critica sotto il profilo dello sviluppo della personalità e delle modalità di interazione sociale». La relazione con la studentessa è stata ritenuta (con la conferma dei motivi della destituzione) «una grave violazione dei doveri inerenti alla funzione educativa».
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