L’Ue trova l’accordo per il caricabatterie unico ma è scontro con Apple

La direttiva prevede di utilizzare come standard comune i caricatori di tipo USB-C

E’ ancora sfida tra Bruxelles e Cupertino. Questa volta il terreno di scontro è l’accordo tra le istituzioni Ue per la direttiva che mira ad imporre un caricabatterie unico per smartphone, tablet e laptop venduti nel mercato europeo, ennesimo colpo contro i giganti del mercato come Apple. La direttiva prevede di utilizzare come standard comune i caricatori di tipo USB-C per tutti i dispositivi mobili e di rendere i software di ricarica interoperabili tra marchi.

Per ridurre i rifiuti elettronici nel testo è previsto anche lo stop anche alla vendita di caricabatterie nuovi con ogni dispositivo. «L’accordo è una tappa fondamentale dopo oltre di 10 anni di lavoro a questa direttiva», ha affermato Alex Agius Saliba, eurodeputato socialista maltese e relatore per il Parlamento europeo sul provvedimento. «Grazie alla norma saranno risparmiati oltre 250 milioni di euro spesi dai consumatori in caricabatterie inutili» che generano «tra le 13 e le 15 mila tonnellate di rifiuti elettronici, ha aggiunto Saliba.

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Reazioni positive bipartisan dagli eurodeputati italiani. «Abbiamo vinto una battaglia decennale contro le resistenze delle big tech. Un bel passo avanti nella direzione di un mercato europeo sempre più regolato e a vantaggio dei cittadini», ha commentato il per il Pd Brando Benifei. Marco Campomenosi della Lega ha invece sottolineato come l’accordo trovato testimoni «un esempio di intervento del legislatore europeo in un’ottica di convenienza per i consumatori», ma ha pure chiesto che «la presidenza francese dimostri la stessa determinazione anche su provvedimenti di maggiore urgenza per le nostre imprese, senza trionfalismi».

Cupertino: potenziale ostacolo all’innovazione

Sullo scontro con Apple – da Cupertino hanno fatto sapere di non gradire affatto lo standard unico e di considerare la mossa come un potenziale ostacolo all’innovazione – il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, ha osservato che «la regola vale per tutti e non è fatta contro nessuno. Non costringiamo nessuno a entrare nel mercato interno, ma se vogliono starci ci sono delle regole che si applicano a tutti».

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«Inizieremo ad applicare le regole tra 24 mesi, lasciamo alle aziende due anni per adeguarsi, sono più che sufficienti, ma le incoraggiamo a fare prima. A buon intenditore poche parole», ha spiegato poi il commissario specificando che per i laptop ci saranno deroghe maggiori per permettere l’adeguamento del mercato.

La direttiva approvata prevede anche l’obbligo per i produttori di fornire ai consumatori informazioni chiare sulle caratteristiche di carica dei nuovi dispositivi per scoraggiare l’acquisto di nuovi caricatori. In vista del superamento delle attuali tecnologie di ricarica inoltre, man mano che la tecnologia di ricarica wireless diventerà più diffusa, «la Commissione europea avrà il potere di sviluppare e aggiornare i cosiddetti atti delegati, sull’interoperabilità delle soluzioni di ricarica», spiega il testo dell’accordo.

L’obsolescenza programmata

Ma la sfida tra Bruxelles e i produttori di tecnologia digitale non finisce però con il caricabatterie unico. Dall’esecutivo comunitario fanno sapere che è in arrivo, come richiesto dall’Europarlamento, anche una proposta di direttiva contro l’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici. «Alcune aziende vorrebbero che cambiassimo il nostro smartphone ogni tre anni, li capiamo, ma non è il punto di vista dei consumatori e nemmeno il nostro,» ha tagliato corto Breton aprendo la strada ad una nuova grande sfida con gli eredi di Steve Jobs.

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