Cimitero Monumentale di Napoli e la Tradizione Egizia

Il Cimitero… Nell’immaginario collettivo popolare, in particolar modo in epoca contemporanea, è eufemisticamente associato ad una vera e propria «iattura». Fatto salvo lo spirito cattolico – il quale alimenta, per propria natura, il culto della Morte quale principio Cristico della Resurrezione dell’Anima – il fenomeno cimiteriale rappresenta una vera e propria esplosione di superstizione.

Eppure, nelle culture antiche, esso rappresentava il modello per eccellenza della «Vita dopo la Morte», il luogo della Rinascita dell’Anima nelle regioni celesti. L’Antico Egitto, ad esempio, ne è una straordinaria testimonianza, ma anche nelle culture del Sud America, come quelle Inca, Maya e Azteca, ne sono una straordinaria certificazione storica. Un culto che si è sparso un po’ ovunque, non escludendo l’Antica Roma, dove il culto dei defunti ha toccato vette artistiche di notevole rilevanza, come ad esempio il Sepolcro degli Arruntii, il Sepolcro di Antinoo, il Sepolcro dell’Arco di Travertino ecc.

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La tradizione classica ha avuto una propria rilevanza anche nelle terre del Sud Italia, in particolare, nella metropoli per eccellenza dell’Impero, la famosa città di Pompei. Proprio dalle colonne di questo giornale, ho tracciato uno studio inedito relativo ad una tomba, ubicata nella Necropoli di Porta Nocera, nell’antica Pompei, le cui caratteristiche si manifestano nella loro unicità. Probabilmente è stata l’ultima dimora di un sacerdote che ha dedicato la propria vita al culto della dea Egizia Iside, eppure la Tomba dell’Uovo rappresenta un motivo di estremo interesse poiché, le medesime caratteristiche le rileviamo proprio nelle sepolture contemporanee che caratterizzano il Cimitero Monumentale di Napoli.

Ebbene si, l’antico culto Egizio, quello che simbolicamente si manifesta nelle forme occulte della dea cara gli Egizi, trova una propria collocazione anche nelle splendide forme artistiche del Monumentale di Napoli e, in particolare, nel famoso Quadrato degli Uomini Illustri.

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«Andiamo a prendere una boccata d’aria al cimitero», ironizzava il grande Totò in uno dei suoi film più divertenti, ‘Il medico dei pazzi’. Ebbene, non sarebbe una cattiva idea incamminarsi negli stretti sentieri del Monumentale, per ammirare opere che dal ‘300 ai tempi moderni, esaltano un continuum artistico di rilevanza straordinaria. Un’arte estrema alimentata da una sottile linea Filosofica e Culturale che unisce le antiche sepolture romane alle estreme dimore di metà ‘800 fino alla prima metà del’900.

Confraternite a forma di Tempio Egizio, sullo stile del Ramesseum di Tebe, ma anche Cappelle Votive in pieno stile Egizio, quasi a formare piccole cappelle ispirate alla dea Iside, statue che richiamano l’antica civiltà del Nilo che impreziosiscono gli spazi cimiteriali del Monumentale.

Quale collegamento è possibile immaginare tra la Tomba dell’Uovo dell’Antica Pompei e le sepolture napoletano? Esiste una filo conduttore che unisce tempi così distanti? E’ la continuazione di una tradizione Filosofica, se non addirittura Spirituale, ispirata alla preservazione di una Tradizione che proviene dalle antiche sponde del Nilo.

Nel corso delle prossime pubblicazioni, approfondiremo i caratteri artistici e culturali delle opere del Monumentale, proprio nello sforzo di riportare alla luce le antiche tradizioni che hanno animato la cultura partenopea nel corso del secolo scorso.

*Ricercatore e Autore

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