Coronavirus, Arturo ha sconfitto il virus ed è ritornato a casa: «Grazie al Cotugno e al Sindaco della mia città»

Arturo (ovviamente un nome di fantasia) è giovane, era stato colpito dal coronavirus ed ha avuto paura. Ma alla fine grazie all’aiuto dei medici di quel Cotugno di Napoli che, non a caso, Sky News international, ha definito, nei giorni scorsi, un’eccellenza internazionale di primo grandezza, ce l’ha fatta ed oggi è tornato a casa. Ad Afragola, un comune dove i positivi sono in costante aumento.

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Malgrado gli sforzi e i reiterati appelli del sindaco Claudio Grillo che, sottolinea: «Ha aiutato me e sta aiutando altri come me ed è stato proprio grazie a lui se oggi sono potuto tornare a casa». Stamane, quando è stato dimesso, infatti, non sapeva come rincasare: nessuno poteva venirlo a prendere, perché nessuno può uscire. Ed è stato ancora il sindaco Grillo ad organizzargli il trasporto, garantendo ancora una volta l’assistenza che, in prima persona, sta garantendo a tutti.

Sin dall’inizio Arturo ha potuto fidare sulla sua totale assistenza: «Si è occupato della mia compagna e del mio figlioletto, in prima persona, senza abbandonarli mai». E dalle sue parole, traspare tutta la riconoscenza perché «La cosa che mi ha sorpreso è stata vedere che mentre ero in ospedale lui non si è dimenticato di noi, malgrado le difficoltà che doveva affrontare ogni giorno. Anche di sabato sera ha messo le vite dei miei familiari davanti alla sua».

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Coronavirus, Arturo: «Ho visto la morte con gli occhi»

Ed è soprattutto grazie a lui se oggi, può raccontare le emozioni, le preoccupazioni, le paure e le angosce di quando si è reso conto che febbre e dispnea erano l’effetto del virus. «Non mi passava nonostante le cure tradizionali, – anche se non me ne rendevo conto, forse perché non avevo idea di queste cose, forse perché il timore di essere positivo mi faceva pensare di non esserlo». «Una notte però – prosegue – mi sono svegliato per andare in bagno. Non respiravo, ho visto la morte con gli occhi. Il 118 mi ha portato in ospedale, ero positivo».

Ora, però, è finita, è il momento della felicità del ritorno, fra le mura domestiche, ed esprimere la sua soddisfazione per la battaglia, fortunatamente, vittoriosa contro il viscido e sfuggente coronavirus. «Non potrò mai dimenticare gli occhi spaventati dei medici in ospedale eravamo all’inizio dell’epidemia. Anche loro avevano paura. Ma mi hanno assistito con professionalità sia quando ero in terapia intensiva, sia dopo. Mi hanno restituito alla vita. Tornare a respirare da solo è stato come tornare a nascere». Ma anche dei timori per i suoi familiari. Ora, però, lo preoccupano i suoi familiari. Ma passerà anche questa e, per Arturo e la sua famiglia, la felicità sarà, finalmente, totale.

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