Manovra, niente doppia tassazione dividendi: si compensa con tobin tax allo 0,4%

Milleproroghe alla Camera il prossimo 13 gennaio

Svolta in arrivo sul modello dei dividendi e degli affitti brevi in manovra. Sui dividendi il Mef sta lavorando all’obiettivo di evitare la doppia tassazione. E, per compensare il costo, si punterebbe a un raddoppio della Tobin tax: l’imposta sulle transazioni finanziarie passerebbe infatti nel 2026 dallo 0,2% allo 0,4%.

Sull’altro tema caldo di questa legge di bilancio, ossia gli affitti brevi, la prima casa continuerà a godere anche nel 2026 della cedolare secca al 21%; sulla seconda sarà al 26%, mentre in caso di terza casa si passerà direttamente alla tassazione sul reddito di impresa, finora prevista a partire dal quinto immobile. La nuova versione della misura si autocompensa proprio grazie alla definizione di attività di impresa anticipata alla terza casa, viene spiegato.

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Intanto in Senato sono attesi gli emendamenti del governo, con l’obiettivo di iniziare le votazioni in Commissione Bilancio. Ma la manovra verrà di nuovo presa dai banchi di Palazzo Madama e portata in piazza dai sindacati. E mentre la piazza si scalda, sotto la lente del Consiglio dei ministri è passato il cosiddetto decreto Milleproroghe, che sarà incardinato alla Camera dei deputati il prossimo 13 gennaio.

Il Milleproroghe: dal rinvio dei Lep alle multe stradali, slittano diverse scadenze

Viene prorogata di un anno la scadenza relativa all’attività istruttoria per la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep): dal 31 dicembre 2025 al 31 dicembre 2026. Slitta di un anno anche l’aggiornamento degli importi delle multe stradali. Prorogati di un altro anno il bonus giovani, ossia l’incentivo per le assunzioni stabili di under 35 che non sono mai stati occupati con contratto a tempo indeterminato, e l’operatività del Fondo di garanzia delle Pmi.

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Proroga dello scudo penale per i medici e rinvio sulle intercettazioni

Prevista anche la proroga, sempre di un anno, dello scudo penale per i medici: la protezione che prevede che siano puniti solo i casi di colpa grave per i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose qualora il fatto sia stato commesso in «situazioni di grave carenza di personale sanitario» nell’esercizio di una professione sanitaria. Slitta poi la previsione di impiegare «apposite infrastrutture digitali interdistrettuali» per le intercettazioni da parte degli uffici del pubblico ministero. La legge indicava che dovessero essere usate per le intercettazioni relative ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 dicembre 2025. Ora sarà per quelli successivi al 31 dicembre 2026.

E tra le «mille proroghe» in arrivo, infine, saranno possibili anche per il prossimo anno scolastico le assunzioni di docenti di religione cattolica che abbiano partecipato al concorso ordinario del 2024.

Il governo riscrive la manovra con un maxi-emendamento

Dagli affitti brevi ai dividendi, dalle banche alla tassa sui pacchi. Il governo «riscrive» la manovra varata tre mesi fa in Consiglio dei ministri. E lo fa con una sorta di maxi-emendamento che riformula numerose parti dell’articolato. Una serie di interventi che varrebbero complessivamente un miliardo di euro.

Affitti brevi e dividendi, cambia di nuovo l’impianto delle norme

Cambiano, come preannunciato, gli affitti brevi: viene cancellato l’aumento della cedolare secca e viene ripristinata la legge attuale che prevede il 21% per la prima casa affittata e poi il 26% dalla seconda. Il nuovo testo riduce però a due case affittate quelle oltre le quali scatta l’attività imprenditoriale. Cambia anche la norma sui dividendi, con la stretta che viene limitata alle partecipazioni sotto il 5% o di valore fino a 500 mila euro: l’effetto finanziario è una forte riduzione del gettito, che passa da circa 1 miliardo a regime a circa 33 milioni.

Coperture finanziarie tra banche, assicurazioni e nuova tassa sui pacchi

Tutto deve però trovare copertura mantenendo l’equilibrio finanziario. Per le banche arriva quindi la riduzione della deducibilità sulle perdite pregresse (le percentuali vengono ridotte dal 43% al 35% per il 2026 e dal 54% al 42% per il 2027), che garantirà risorse per circa 600 milioni in due anni. Per le assicurazioni sale al 12,5% dal 2026 (senza quindi retroattività) l’aliquota sulla polizza Rc auto per gli infortuni al conducente, garantendo poco più di 100 milioni l’anno. C’è poi il raddoppio immediato della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie, che sale allo 0,4% dal 2026.

Arriva anche la cosiddetta tassa sui pacchi: un «contributo» di 2 euro per quelli provenienti da Paesi extra Ue e di valore dichiarato fino a 150 euro, con effetti finanziari stimati in 112 milioni il primo anno e 245 dal 2027.

Le riserve d’oro di Bankitalia al centro del confronto con la Bce

Si sblocca anche la partita delle riserve d’oro di Bankitalia «al popolo», fortemente portata avanti da FdI e Lega e, con una nuova ulteriore riformulazione, l’emendamento alla manovra sarebbe finalmente pronto a ottenere il via libera del Senato. La vicenda è stata affrontata in un faccia a faccia a Bruxelles tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente della Bce Christine Lagarde, nel quale, assicurano dal Mef, sarebbe stato «tutto chiarito».

Un chiarimento già peraltro messo nero su bianco anche in una lettera che il titolare del Tesoro ha inviato alla Banca centrale l’8 dicembre. Dalla missiva si evince anche quale dovrebbe essere il contenuto dell’ultima versione della proposta di modifica, con un esplicito riferimento al rispetto delle norme di cui agli articoli 127 e 130 del Trattato dell’Unione europea, proprio come suggerito dalla stessa Bce.

La proprietà dell’oro e il dossier contro le fake news

A testimoniare l’importanza data alla modifica c’è anche un dossier intitolato «Oro di Bankitalia al popolo italiano: smontiamo le fake news», stilato dal partito della premier per i gruppi parlamentari.

La necessità di specificare con una norma che la proprietà delle riserve auree di Bankitalia sia del popolo italiano – si spiega nella nota informativa – è legata anche al fatto che il capitale di via Nazionale, «comprese quindi le riserve auree», sia detenuto da banche, assicurazioni, fondazioni, enti e istituti di previdenza: «in molti casi si tratta di soggetti privati, alcuni dei quali controllati da gruppi stranieri» e «l’Italia non può correre il rischio che soggetti privati rivendichino diritti sulle riserve auree degli italiani. Per questo c’è bisogno di una norma che faccia chiarezza sulla proprietà».

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