Movida, Confesercenti contro Manfredi: «Provvedimento sbagliato, si danneggia attività»

Schiavo: Non si riesce a controllare città tutelando persone perbene

L’imminente ordinanza del Comune di Napoli, sulla movida in città, che riguarda parte del centro storico per i prossimi due mesi e che contiene diverse limitazioni, non trova concorde Confesercenti Napoli e Campania.

«Riteniamo che questo provvedimento sia assolutamente sbagliato perché in questo modo si contrae l’economia delle attività commerciali e solo a causa di alcuni limiti o incapacità. La verità, infatti, è che – commenta Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Napoli e Campania e vicepresidente Nazionale con delega al Mezzogiorno – non si riesce a controllare la città tutelando le persone perbene, non si educano i giovani a vivere in modo civile rispettando la propria città, non vengono garantite aree urbane, esistenti in ogni parte del mondo, in cui i giovani possono incontrarsi per bere qualcosa dopo dure giornate di lavoro o di studio, per svagarsi o chiacchierare».

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«Chi ne paga dazio? Le attività commerciali»

«Alla fine – continua – chi ne paga dazio? Le attività commerciali, i nostri bar e i nostri esercizi, che dalle 22 non potranno più offrire asporto e che all’1.30 dovranno obbligatoriamente chiudere. Con evidenti ripercussioni e danni importanti per le loro casse. Con questa ordinanza si accontenta solo una parte di residenti che in passato si lamentavano della desolazione delle stesse aree, spesso preda di prostituzione e delinquenza ed ora rinate anche grazie all’insediamento delle attività di ristoro. Sono gli stessi cittadini che non vedono nel commercio un’opportunità per la città ma solo uno sfruttamento di essa».

«Necessario un confronto più diplomatico e più democratico»

«Non è affatto così, non c’è un arricchimento sulle spalle del centro storico. Le nostre attività andrebbero invece tutelate, dal momento che sono in costante sofferenza. I dati sono chiari: centinaia di piccole imprese chiudono ogni anno, nonostante i sacrifici degli esercenti che rischiano in proprio beni familiari o guadagni di una vita, che si espongono con finanziamenti bancari o che, nei casi più gravi, vengono a contatto e sono ostaggio della malavita. Il fallimento, per molti di essi, è dietro l’angolo e per questo andrebbero sostenuti e non scoraggiati negli investimenti. Senza contare che i nostri imprenditori danno lavoro a centinaia di migliaia di famiglie», rileva Schiavo.

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Il presidente Vincenzo Schiavo auspica, in ogni caso, la ricerca di soluzioni condivise, anche facendosi portatore di alcune proposte: «Abbiamo rispetto delle ragioni dei residenti, ma ci sono anche quelle degli esercenti: per questo motivo credo che sia necessario avere un confronto più diplomatico e più democratico per poter contemperare gli opposti interessi. In alcune aree della città sarebbe opportuno, come abbiamo più volte chiesto al Comune, ampliare le zone commerciali, per esempio nel Porto o nel Centro direzionale, in modo da poter far crescere ivi altre aree commerciali, dove i giovani, i ragazzi e le famiglie possono intrattenersi anche di notte lungo la strada e presso i locali».

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