La perizia sulla barca riprenderà mercoledì
È stato sospeso con il sopraggiungere del buio, ieri, e riprenderà mercoledì prossimo l’accertamento irripetibile disposto dalla Procura di Tempio Pausania sull’imbarcazione ormeggiata nel porticciolo della Marina di Portisco, a Olbia, a bordo del quale, la mattina dell’8 agosto scorso, il 21enne di Bacoli (Napoli) Giovanni Marchionni è stato trovato privo di vita.
«Non vogliamo trovare un colpevole a tutti i costi – fa sapere la famiglia Marchionni, difesa dall’avvocato Maurizio Capozzo – vogliamo solo conoscere la verità, il perchP è morto il nostro Giovanni».
«Ci sono ancora troppi aspetti oscuri di questa vicenda, pretendiamo chiarezza e che non venga trascurato alcun elemento – spiega Fabiana Marchionni, sorella di Giovanni – sappiamo che mio fratello era partito per lavoro e non è più tornato a casa».
«I nostri consulenti ci hanno spiegato che gli accertamenti sono particolarmente complessi – ha sottolineato Maurizio Capozzo, legale della famiglia Marchionni – e non è assolutamente possibile azzardare conclusioni al momento. Mercoledì prossimo si procederà alla messa in moto dell’imbarcazione ed alla verifica degli impianti a regime».
«Si continua a vagliare ogni possibile causa, dalle esalazioni dal vano macchine alla cattiva areazione dello scafo, ma per avere qualche elemento certo – aggiunge l’avvocato – bisognerà attendere gli esiti dell’autopsia e delle verifiche sulla barca. Intanto siamo sempre in attesa che vengano ascoltati familiari della vittima e testimoni in grado di riferire circostanze fondamentali per l’indagine, a cominciare dalle ragioni per cui il giovane si trovasse sull’imbarcazione, soprattutto al fine di chiarire se siamo al cospetto di un infortunio sul lavoro».