Tra rovine sommerse e leggende secolari, continua a incantare
Scendendo verso Marechiaro, lungo il profilo del Vesuvio, appaiono i resti del Palazzo degli Spiriti dove storie antiche e leggende si tramandano da generazioni. Il palazzo, chiamato anche villa degli Spiriti, fu costruito nel I secolo a.C. e fa parte del Parco Archeologico del Pausilypon e del Parco Sommerso di Gaiola.
È una delle strutture del grandioso complesso del Pausylipon, la villa-città di Publio Vedio Pollione, che dà il nome a tutta la collina, ereditata da Augusto. Scoperta nel 1840 dall’ingegnere Guglielmo Bechi, è stata studiata nei primi anni del Novecento.
L’edificio, su tre piani, è costruito su un banco roccioso proteso nel mare, unito per un lato alla terraferma e, sommerso in parte per effetto del bradisimo, sembra emergere dall’acqua.
Molti sostengono si tratti dei resti di un murenaio, un allevamento di murene, serpenti marini prelibati e anche se ora le vasche sono sommerse perché il livello del mare nei secoli si è alzato, è ancora possibile vederle. Nonostante il tempo non sia stato clemente con il rudere romano poiché la villa è in rovina, molti pescatori sostengono che sia ancora abitato da figure non specificate o forse spettri.

Diverse sono le storie che da tempo vengono raccontate, come quella del poeta Virgilio che si dice ancora vaghi tra le sue rovine, recitando poesie e suonando la cetra a notte fonda. Inoltre si dice che un gruppo di falsari, che usava il palazzo come zecca clandestina, per evitare di essere scoperti, appendeva teli bianchi alle finestre, che illuminati dalle torce creavano l’illusione di presenze spettrali.
Tutto ciò non solo teneva lontani i curiosi, ma ha alimentato ulteriormente il mito del palazzo infestato. Oggi, Palazzo degli Spiriti, pur ridotto a rudere, resta un posto vivo poiché ogni estate, ragazzi e curiosi arrivano fin lì per un tuffo tra pietre storiche e mare cristallino.