Il segretario cittadino chiede la riacquisizione e un progetto
Il lido Santa Lucia era, insieme al Lido Azzurro, il fiore all’occhiello del litorale di Torre Annunziata. Un punto di riferimento per residenti e turisti, sede di eventi culturali, spettacoli, gare di nuoto. Struttura moderna per l’epoca, dotata di ristorante, bar, piscina e un grande parcheggio. Oggi è solo un relitto.
«Gestioni imprenditoriali opache e vicende giudiziarie ne hanno compromesso identità e funzioni, trasformando una struttura di prestigio in un simbolo di abbandono» ricorda Ciro Passeggia, segretario del circolo PD di Torre Annunziata, in un comunicato stampa.
I tentativi falliti di rilancio
Nel tempo, diversi tentativi di rilancio sono stati messi in campo, senza successo. «Nel 2004 con un project financing da circa tre milioni di euro; nel 2010 con un bando rivolto ad associazioni sociali; nel 2013 con l’affidamento a un’ATI; e infine nel 2015 con una concessione demaniale, durata quindici anni, affidata alla “Lido Nettuno Srl”, tramite procedura pubblica. Fu salutata come una svolta».
«Il progetto prevedeva la riqualificazione e realizzazione di un ristorante, centro benessere, bar, piscina, parcheggio e altri servizi, su un’area di 14.500 metri quadrati, per un investimento da 2,5 milioni di euro. Ottenute le autorizzazioni nel 2018, i lavori sarebbero dovuti iniziare entro un anno e terminare entro il 2021. Non è accaduto».
Le responsabilità secondo il PD
Passeggia individua le responsabilità. «I rallentamenti burocratici – con ricorsi e contenziosi – e la scarsa determinazione della società affidataria hanno prodotto il risultato che tutti vediamo». Oggi l’ex lido è un’area in totale degrado. «Un’area di circa seimila metri quadrati ridotta a discarica abusiva, con rifiuti di ogni tipo. La spiaggia è invasa da erbacce e da recinzioni pericolanti. Uno scempio. Siamo consapevoli di aver avuto, insieme ad altre forze, ruoli di governo, e quindi una quota di responsabilità politica. Ma proprio per questo riteniamo doveroso batterci affinché una risorsa così importante risorga».
La proposta per la rinascita
La proposta è chiara: «Occorre definire con Regione, Sovrintendenza, associazioni di categoria e dei consumatori, un piano concreto. Si deve partire dalla riacquisizione del bene, prevedere un progetto chiaro e adottare procedure trasparenti».
Passeggia sottolinea la necessità di vigilanza. «Va fugata ogni eventuale ombra. Va garantita l’assenza di conflitti di interesse, anche potenziali, tra esponenti istituzionali e consulenti diretti o indiretti di attori economici coinvolti». Il ruolo della pubblica amministrazione è centrale. «Deve stabilire regole chiare per l’individuazione del concessionario e vigilare affinché si realizzino spazi balneari moderni, servizi per famiglie, percorsi benessere e collegamenti integrati».
Azioni immediate e visione futura
Nel frattempo, si può agire. «Vanno avviate consultazioni pubbliche, percorsi di progettazione condivisa, interventi di pulizia e messa in sicurezza dell’area. Non si può più aspettare la riqualificazione definitiva restando fermi». Per il segretario del circolo PD, la rigenerazione del lido è solo un tassello. «La rinascita del Santa Lucia, così come quella della villa comunale, del rudere di via Alessandro Volta e della chiesa di San Gennaro, non è solo una questione urbanistica. Può diventare la cartina di tornasole di un approccio più risolutivo e consapevole: dalla deriva dell’abbandono a un orizzonte di rilancio e bellezza».
Un cambiamento di metodo
Il metodo deve cambiare. «È una piccola rivoluzione che per essere realizzata deve coinvolgere e rendere protagonista la comunità. Le città del Mezzogiorno ci ricordano che non si governa una comunità da un palazzo». E mette in guardia da un rischio concreto: «L’uso inflazionato degli eventi – per quanto ricchi di tradizione, folklore e partecipazione popolare – rischia di diventare un boomerang se non accompagnato da interventi strutturali». «Il lido Santa Lucia – conclude Passeggia – può tornare a essere parte significativa dell’economia della balneazione. Con una gestione responsabile e una visione innovativa possiamo restituire alla città un pezzo del suo orgoglioso passato e trasformarlo in un capitolo della rinascita».