Tra il 29 maggio e il 19 luglio ci sono 57 giorni. Questo fu il tempo massimo che la mafia gli concesse. Borsellino sapeva di avere i giorni contati, ma non poteva sapere quando sarebbe toccato a lui. Ogni istante poteva essere l’ultimo. Immaginate l’angoscia di quei giorni, per un uomo che sapeva di vivere con la morte accanto.
«Per me è finito il tempo di parlare».
Era il 12 luglio, sette giorni prima che una bomba, sotto casa di sua madre, mettesse fine alla sua vita e a quella degli uomini e delle donne della scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina.
Paolo Borsellino è da giorni che non dorme. Il tempo ormai non lo vive più. Lo usa. Lo usa al massimo, per continuare a fare ciò che ritiene giusto. Non ha nemmeno il tempo di concedersi la paura. Scrive, interroga, ascolta. E soprattutto, resta lucido.
L’iniziativa promossa da Invisibili per il III anno consecutivo
«Verso via D’Amelio» è l’iniziativa organizzata da Invisibili, con il supporto dell’associazione Azione e Partecipazione, in programma per sabato 12 luglio 2025 all’Eremo di San Vitaliano, a Casola, in provincia di Caserta.
Abbiamo intervistato Enrico Trapassi, vicepresidente nazionale di Invisibili, che racconta perché, a distanza di oltre trent’anni, è ancora necessario parlarne.
«Quest’anno abbiamo scelto di anticipare l’evento, non il 19, giorno della strage ma il 12 luglio. Ma questo ci ha permesso di fare qualcosa di più: raccontare quello che accadde prima. I giorni che hanno preceduto la strage. Quelli in cui Borsellino si rende conto che il tempo sta finendo. E decide di usarlo fino all’ultimo».
Il titolo «Verso via D’Amelio» nasce proprio da questo.
«Non si tratta solo di ricordare una data. Quello che succede nei giorni prima dice moltissimo. È lì che si capisce la sua solitudine, la lucidità con cui affronta tutto. E il senso profondo della sua scelta».
Non è un caso che da tre anni l’evento si tenga all’Eremo di San Vitaliano, un luogo immerso nel verde, raggiungibile attraverso una strada quasi nascosta.
«È un posto che va cercato. Come si cerca qualcosa che non si vuole dimenticare. Lì c’è anche il Luogo della Memoria dei Caduti nelle Missioni Internazionali di Pace. Ci sembrava il posto giusto».
I disegni dei ragazzi
Il programma dell’incontro prevede una messa in suffragio delle vittime e una cerimonia pubblica, con la partecipazione di autorità civili e militari. Ma c’è un momento che dà più senso a tutto: la presenza dei ragazzi di Casa San Francesco, un centro diurno per minori.
Dodici di loro hanno realizzato dodici disegni dedicati alla strage.
«Gli abbiamo chiesto di disegnare quello che avevano capito o immaginato dai nostri racconti. Perché è così che si trasmette la memoria: non solo spiegando, ma lasciando che qualcuno provi a sentire quello che hanno vissuto i protagonisti del racconto».
Giustizia e fede, un legame indissolubile
Il legame tra giustizia e fede è parte della storia.
«Borsellino era credente. Ma soprattutto, in territori come il nostro, la parola della Chiesa ha sempre avuto un ruolo importante nella lotta per la legalità. Pensiamo a Don Peppe Diana, a Don Pino Puglisi. Ancora oggi c’è bisogno di voce e responsabilità».
In un tempo in cui tutto corre, fermarsi a ricordare è una necessità. La memoria tiene in vita uomini e donne che, per il loro coraggio e per l’amore per la giustizia, non devono e non possono essere dimenticati.
L’appuntamento
Verso via D’Amelio
Eremo di San Vitaliano, Casola (CE)
Sabato 12 luglio 2025
Ore 19.30