Manovra, Governo a caccia di risorse: sul piatto 25 miliardi di euro

Stop alle misure bandiera. A Palazzo Chigi si parlerà anche di balneari, Ue e Rai

Alla vigilia del vertice con gli altri leader della maggioranza che dovrà anche definire i pilastri della manovra, Giorgia Meloni ha voluto incontrare Giancarlo Giorgetti. E, al di là delle rassicurazioni sul mantenimento dell’assegno unico, il video assieme al ministro dell’Economia è anche un messaggio della premier agli alleati in vista di una legge di bilancio, su cui il governo non può permettersi sbandate per la ricerca continua di misure bandiera da parte dei vari partiti.

D’altronde l’estate ha lasciato il segno, con una serie di schermaglie interne, dall’Autonomia alla cittadinanza, che ora la presidente del Consiglio punta a far rientrare. Un test significativo sarà la nuova governance della Rai, uno dei piatti forti della riunione in programma a Palazzo Chigi, con Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi.

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Capitolo Bruxelles

Alle 13 Meloni in Consiglio dei ministri confermerà l’indicazione di Raffaele Fitto come commissario europeo, che è stato oggetto anche dei colloqui a Bruxelles di Tajani con Ursula von der Leyen. Il vicepremier ha auspicato un «portafoglio importante» per l’attuale ministro degli Affari europei, nonché la vicepresidenza esecutiva. Intanto con Fitto la premier è impegnata nella definizione di un decreto per risolvere l’annosa vicenda delle concessioni balneari. E ne parlerà anche al vertice, dove il clou è considerato la manovra.

Il capitolo manovra

Fra le strategie per massimizzare le risorse, ora stimate a 25 miliardi di euro, l’intenzione di Palazzo Chigi sarebbe quella di richiamare i ministeri a una ricognizione sui fondi non utilizzati, da rimettere in circolo. Nella maggioranza si rincorrono anche le voci di nuove privatizzazioni, perché «Mps è stato un ottimo esempio». E si confida sull’aumento delle entrate, per propiziare un «atteggiamento benevolo» da parte dell’Ue sui conti pubblici.

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Le nomine in Rai

Poi c’è la Rai. Da tempo Meloni punta su uno schema con Giampaolo Rossi nel ruolo di amministratore delegato, e Simona Agnes presidente della tv pubblica, in quota Forza Italia. La nomina di Agnes è però insidiata dalla mancanza di un accordo sulle opposizioni, essenziale per superare lo scoglio del voto in commissione di Vigilanza Rai. «Per noi Agnes va bene, ma se non c’è il consenso su di lei, si parla del nulla, siamo al punto zero e insistendo rischiamo tutti restare con il cerino in mano», fanno notare dalla Lega, che dal canto suo punta a ottenere la scelta del direttore generale.

I leghisti non hanno dubbi che ci sarà il dg nel nuovo organigramma, ma altre fonti di maggioranza sostengono invece che nei piani di Palazzo Chigi quella figura (non obbligatoria) potrebbe non essere contemplata. La contropartita per il partito di Salvini potrebbe essere trovata in una casella fra la Direzione Approfondimento (oggi del meloniano Paolo Corsini) quella Intrattenimento prime time.

«Ma anche nei settori cultura e cinema – notano i leghisti – ci sono posizioni di peso». Fra i nodi da sciogliere, poi, varie voci di maggioranza inseriscono anche la direzione del Tg1. Quanto basta, insomma, per ritenere ancora incerto il calendario di Camera e Senato che dovrebbero votare i 4 membri del Cda. «Aspettiamo di vedere come Meloni cercherà una sintesi», notano gli alleati.

L’Autonomia differenziata

Alla vigilia del confronto i leghisti auspicano «compattezza e serenità nella maggioranza dopo aver assistito a troppe fibrillazioni». Un banco di prova sarà proprio l’attuazione dell’Autonomia, con il ministro Roberto Calderoli che conta di far partire fra settembre e ottobre i negoziati con le prime quattro Regioni sulle materie senza livelli essenziali delle prestazioni, mentre l’intenzione di Meloni, spiegano i bene informati, sarebbe quella di avviare ogni percorso solo quando tutti i Lep saranno definiti e finanziati. Nel capitolo riforme va capito con che tempi procederà il premierato, e FI insisterà sulla separazione delle carriere dei magistrati.

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