L’incubo iniziato quando c’era ancora la lira
Il suo incubo, a Pozzuoli, è iniziato ben 25 anni fa. Un quarto di secolo trascorso a subire violenze e minacce psicologiche. La vittima, raccontano i carabinieri, è un imprenditore che nel lontano 1999, quando ancora la valuta in uso era la lira, compromesso dai debiti, scelse di affidarsi a un uomo per trovare un po’ di respiro economico. Ma il prestito iniziale ricevuto, 5 milioni di lire, presto iniziò a lievitare e il debito aumentò velocemente del 30%.
Da allora, secondo i militari dell’Arma, ci fu un’escalation di prestiti necessari per coprire quelli vecchi, con interessi che aumentavano di decine di punti percentuali. Poi, con l’arrivo dell’euro, ci furono nuove richieste: prima 10mila, poi 16.500. Somme restituite ma con una sovrattassa che fece lievitare il debito da 27.500 a 55mila. Nel 2011, secondo gli investigatori, la richiesta al presunto usuraio superava i 60mila, che a tassi applicati sfioravano i 120mila da restituire. Nel 2018 erano 200mila.
Fino a qualche giorno fa quando, finalmente, l’imprenditore ha deciso di denunciare. I carabinieri della stazione di Pozzuoli hanno ricostruito l’accaduto e sono riusciti a documentare tutta la storia, raccogliendo ogni possibile dettaglio utile a ricostruire oltre 20 anni di sofferenza. Hanno scoperto che, a fronte dei 70mila euro materialmente ottenuti, la vittima era stata costretta a pagarne più di 200mila.
Gli stessi militari hanno organizzato uno scambio controllato di denaro, accompagnando discretamente la vittima all’incontro con il presunto usuraio. Disposti in più punti di osservazione, i carabinieri hanno atteso che la vittima consegnasse il denaro. A scambio avvenuto è scattato il blitz. In manette, con l’accusa di usura ed estorsione, è finito Nunzio Bitonto, 62enne di Qualiano, già noto alle forze dell’ordine.