Banconote false, la base operativa del gruppo come un ufficio: aperti dalle 9 alle 17

L’attività di produzione e vendita avveniva nel centro di Napoli

«Mi servono 15 da 100 e 10 Maradona, me li mandate di qua? Quindici da 100 e 10 Maradona, posso?». «Ma i Maradona non ci stanno e non glieli posso dare allora, se vuole i Pelé…». Sono alcune delle intercettazioni emerse dall’inchiesta che ha portato all’esecuzione di 63 ordinanze eseguite dai carabinieri nei confronti di un gruppo di specialisti che agivano con la benedizione dei Mazzarella ai quali il gruppo versava dei soldi.

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L’attività di produzione e vendita di banconote avveniva in un’area del centro di Napoli, in particolare nei quartieri Mercato e Pendino; la valuta ha poi trovato diffusione in tutta Europa, in particolare in Francia. Le banconote venivano realizzate in tagli da 20, 50 e 100 euro e venivano vendute al 10% del valore.

Una contraffazione di alta qualità

La qualità delle banconote era eccellente, al punto che la Bce ha coniato il termine ‘Napoli Group’ per qualificare i gruppi di Napoli e dell’hinterland partenopeo capaci di produrre una contraffazione di alta qualità. Ma cosa si intendeva con i termini «Maradona» e «Pelé»? Si tratta di tagli da 50 euro che, in ordine di qualità, venivano chiamati in codice «B/B» e, appunto, «Maradona» e «Pelé».

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La base operativa di Vico Vetriera Vecchia rispettava orari di apertura e chiusura prestabiliti, come un ordinario esercizio commerciale, aprendo ogni giorno agli acquirenti, dalle 9 alle 17 circa, inclusa la domenica, quando però veniva seguito un orario ridotto, dalle 9 alle 13. Lo spaccio riguardava le tre tipologie di banconote false con taglio da 50 euro, due tipologie di banconote contraffatte con taglio da 100 euro (definite, nel gergo, «Tipo vecchio», ovvero la serie «Epoche e stile», e «tipo nuovo», ovvero la serie «Europa») ed una sola tipologia di banconota contraffatta con taglio da 20 euro.

Significativa, anche in questo caso, era l’illustrazione della «merce». Uno degli indagati spiega a un cliente: «Tengo tre tipi di cinquanta, quelle da 6, da 7 e da 8 euro. Per il 100 ho due tipi, quello da 10 e da 12». Prezzi differenti a seconda della qualità. Esperti, al punto di lavorare per correggere gli errori. Uno degli indagati, Domenico Filadoro, spiega a un acquirente, che il suo gruppo aveva provveduto ad evitare che il patch olografico si staccasse dalle banconote: «Ti posso dire una cosa, lo so, ti posso dire una cosa, allora l’ologramma non si stacca proprio più, perché lo stiamo mettendo noi, non esiste proprio, non esiste proprio, devono morire i miei figli».

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