Chiara Ferragni, la Procura potrebbe verificare l’autenticità dei follower

Nelle indagini potrebbe essere ascoltato un teste-chiave

Un nuovo tema su cui potrebbe focalizzarsi anche l’inchiesta per truffa aggravata a carico di Chiara Ferragni e con al centro una serie di casi di presunta pubblicità ingannevole nella beneficenza, tra cui quelli più noti del pandoro e delle uova di Pasqua, è la possibile verifica sui milioni di follower, quasi 30 in totale, che compaiono sul profilo Instagram dell’influencer. Analisi – allo stato un’ipotesi investigativa – utili per andare a vedere se siano presenti e in quale quantità, se possibile, follower ‘fake’, magari acquistati a pacchetti.

Se si dovesse riuscire ad accertare uno scenario di questo tipo, infatti, gli inquirenti potrebbero fare valutazioni sui rapporti contrattuali tra l’influencer, che si è presentata con 30 milioni di utenti che la seguono, e le aziende controparti. Oltre che sul peso che la stessa imprenditrice ha quando vende un prodotto presentandosi con così tanti follower.

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L’«enfatizzazione» del fine caritatevole nella campagna promozionale sul pandoro ‘Pink Christmas’, ha scritto, ad esempio, la Procura generale della Cassazione, «amplificata dai mezzi di comunicazione» usati, come i social, ha indotto «in errore i consumatori», che hanno «ritenuto» di «contribuire alla finalità benefica», la «cui serietà era garantita anche dalla credibilità di una influencer da circa 30 milioni di follower».

Il teste-chiave per il caso Chiara Ferragni

Nelle indagini sui presunti raggiri nelle vendite, poi, da quanto si è saputo, potrebbe essere ascoltato anche un testimone che viene ritenuto rilevante, una sorta di teste-chiave. In sostanza, le eventuali analisi sul capitolo follower potrebbero servire per verificare se le parti, nell’ambito dei contratti commerciali dei casi al centro dell’indagine, fossero correttamente bilanciate e se non siano state, invece, gonfiate od omesse delle informazioni, come ad esempio quelle sui follower reali o fake. E allo stesso tempo andranno fatte valutazioni sulla rilevanza di quei quasi 30 milioni di utenti nel rapporto coi consumatori che hanno acquistato i prodotti.

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Chiara Ferragni, le acquisizioni

Con le acquisizioni dei giorni scorsi da parte della Gdf anche il caso Oreo è entrato a pieno titolo tra quelli su cui la Procura sta cercando di far luce con l’indagine per truffa aggravata anche a carico dello stretto collaboratore di Chiara Ferragni, Fabio D’Amato, di Alessandra Balocco e di Franco Cannillo della Dolci Preziosi per le uova di Pasqua. Indagini che, quindi, oltre pure al caso della bambola Trudi, si sono allargate ad una nuova iniziativa di vendita pubblicizzata sui social come solidale.

In questa fase investigatori ed inquirenti stanno analizzando tutti i documenti raccolti, come mail e messaggi presi dai dispositivi e i contratti e poi più avanti potrebbero convocare gli indagati per gli interrogatori, se ci sarà dall’altra parte la volontà di rispondere. Anche se Chiara Ferragni, in ipotesi, potrebbe anche decidere di difendersi solo con una memoria scritta. Nel frattempo, ci sarebbe anche un teste importante per l’inchiesta, utile, pare, per approfondire le indagini.

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