Il governo Meloni paga i debiti lasciati dell’esecutivo Draghi: oltre 7 milioni per il trasporto pubblico locale

Ma De Luca ne tace. Per giustificare il suo fallimento continua a prendersela con Roma. Sangiuliano lo invita a un giro in Circumvesuviana

Il governo Meloni paga i debiti lasciati dell’esecutivo Draghi, anche anche quelli suoi per le attività di servizio del trasporto pubblico locale nel 2022 mettendo a disposizione della Campania, 7milioni e 300mila euro; di cui 2milioni e 433mila per l’incremento dei costi del carburante per i mezzi di trasporto: su strada, marittimi e ferroviari nel secondo quadrimestre, e 4milioni e 866mila come anticipazione per il terzo.

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Come Wanda Osiris

Su questo, però, il governatore De Luca tace. Preferisce parlare d’altro per poter speculare «more solito» sulla sanità che, purtroppo, funziona poco e male per la sua disattenzione e superficialità operativa. Ragion per cui, il ministro della Cultura Sangiuliano, definendolo «un battutista» che, come Wanda Osiris, «scende lo scalone e riceve l’applauso».

E perché possa rendersi conto di quanto sta facendo il governo Meloni per la regione, lo invita «a visitare la rinata Villa Floridiana e l’Albergo dei Poveri», proponendosi come suo cicerone per un giro in Vesuviana e suggerendogli di «occuparsi più degli ospedali della Campania, perché istituzioni ed associazioni dicono che nella regione un cittadino su due non si cura adeguatamente».

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E non da quando a Palazzo Chigi, è arrivata la Meloni, ma ancora prima che vi arrivasse Draghi, e affidasse la Sanità a Speranza «l’intagliatore cortese» e da quando a Santa Lucia sono arrivati lui ed i suoi amici, nel 2015.

Un anno da ricordare

Dopo i «sì» delle agenzie di Rating e quella dell’Ue alla manovra finanziaria; l’ok della Commissione Ue al pagamento dei 16,5 miliardi della quarta rata del Pnrr, a fine 2023 l’Italia sarà il Paese che avrà portato a casa la più ampia fetta di Pnrr, 102 miliardi. La presidente della Commissione Ue, Von der Leyen, Germania, Gran Bretagna e Austria per lottare i trafficanti di esseri umani, hanno «sposato» – a dispetto delle Cassandre pro(re)gressiste – la strategia della Meloni: l’«alleanza globale».

Un sondaggio di YouTrend per Sky Tg24 certifica che il centrodestra ancora cresce ed è arrivato al 47,7% (+1,5%), l’opposizione arretra al 24,7 (-0,7), FdI supera il 30%, la Lega cresce al 9,6 e Fi risale al 6,1; a sinistra il Pd si ferma al 19,4, i 5S crollano al 13,6, mentre gli altri raggranellano pochi spiccioli e nessuno supera il quorum per le europee. E un sondaggio Emg per Adnkronos rileva che al 72% del 33% di Pd e M5s, preferisce Landini come leader.

L’occupazione

Intanto dall’Istat arriva l’ennesima notizia positiva: a novembre l’occupazione è cresciuta del 2% sull’anno scorso, arrivando al 61,8%; l’inflazione scende al 5,7%. Questi sono fatti, non fole! Tant’è che, «Politico eu» «incorona» Meloni «personalità più influente d’Europa».

Ma, tra salari bassi ed equo compenso, debito pubblico, autonomia, premierato e passato che pesa sul futuro non mancano le criticità. Da quando i guasti dei governi, cosiddetti, tecnici – perché non eletti e «investiti» dal colle: Gentiloni, Renzi, Conte e Draghi e il governo del tutti insieme meno uno: Meloni e FdI – stanno venendo a galla, ne stiamo pagando le conseguenze a caro prezzo. Sommandosi a quelli precedenti: Reddito di cittadinanza e bonus edilizio 110% hanno fatto «esondare» a 2.300 miliardi il debito pubblico e il rapporto dp/Pil a 142,9%.

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Il comparto energetico

Basta pensare che l’ultimo decreto sulla sovranità energetica approvato dal cdm di martedì scorso, se da un lato contiene importanti novità, in tema di rigassificatori per lo sviluppo delle imprese del comparto del CO2 e semplificazioni per il settore del gas naturale liquido e gli investimenti nelle energie naturali; dall’altro si è visto mutilato di quello che era previsto nella sua bozza originaria: la proroga del mercato tutelato e il rinvio delle concessioni idroelettriche che avrebbe consentito alle regioni di rinegoziare con i concessionari uscenti un prolungamento ventennale della concessione attualmente in atto.

In presenza, ovviamente, di un sostanzioso piano d’ investimenti, con consequenziale crescita occupazionale e ammodernamento degli impianti degli invasi idrici. Rilanciando, così, le scelte di Draghi (2022) impegnatosi con l’Ue per la liberalizzazione del settore idroelettrico senza predisporre alcuna zattera di salvataggio per gli operatori nazionali. Mentre gli altri 27 Paesi europei si sono ben guardati dallo «sbracare» e Francia e Germania hanno ritenuto opportuno, addirittura, creare al proprio interno un’autonoma area di tutela energetica.

Una «sbracatura» che certamente non fa piacere alla Meloni. Anche perché, gli effetti negativi si faranno sentire sulle bollette già dall’inizio del nuovo anno. Vien da chiedersi, quanto abbiano pesato sulla decisione di cancellare i due articoli di cui sopra le insistenti pressioni europee – ma anche interne: Gentiloni (che nel 2017 con la legge 124 «mercato e concorrenza» pose le premesse per la liberalizzazione), Draghi (che la ribadì nella legge concorrenza del 2022 in «cambio» della terza rata del Pnrr), di Conte e Schlein: (dopo averci svenduti all’Ue «liberalizzatrice» ora, con la solita ipocrisia sinistrorsa, fingono di essere all’oscuro di tutto) – per la ratifica italiana a Mes e Patto di stabilità.

Le speranze dei gufi

Ciò nonostante, visti i risultati fin qui ottenuti, il 2023, sarà per il governo Meloni, un anno indimenticabile. Ma i gufi non hanno ancora perso le speranze – e ci stanno provando in tutti i modi con la collaborazione di media e toghe rosse (vedi il processo a Salvini e il rinvio a giudizio di Delmastro, nonostante che per 2 volte la Procura romana abbia chiesto l’archiviazione che sembrano essere la conferma delle accuse del ministro Crosetto dell’attacco giudiziario al governo) – di assistere al fallimento della prima donna premier. Senza idee, per rimettersi in gioco, riscoprono quel teatrino della politica di cui gli italiani hanno già le tasche piene. Così, non andranno molto lontano!

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