Parco Verde, Giorgia Meloni: nessuna passerella. Caivano dovrà rappresentare un esempio

Sport, scuola, cultura e lavoro: gli impegni presi dalla premier

Non una passerella ma un segnale concreto di cambiamento. La premier Giorgia Meloni, a Caivano, ha voluto lanciare un messaggio: lo Stato c’è, esiste e da ora in avanti lavorerà per restituire la dignità che merita al Parco Verde, tristemente alla ribalta per l’ennesimo caso di violenza ai danni di minori, e a tutte le città e le periferie per troppo tempo dimenticate. Sicurezza, istruzione, sport, cultura.

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L’azione del governo, spiega la Meloni dovrà essere a 360 gradi. Perché solo così si vince questa battaglia. Non basta la sola repressione. Le forze dell’ordine hanno messo a segno colpi importanti negli ultimi anni, ma come dimostrato dai fatti, serve anche altro. La premier in apertura ringrazia don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano che in assenza della politica ha portato all’attenzione nazionale il «problema Caivano».

Patriciello sacerdote straordinario

«Padre Maurizio Patriciello, un uomo straordinario, un sacerdote straordinario, che io voglio ringraziare per questo invito, per l’accoglienza, per i consigli che ci ha dato, ma soprattutto per il lavoro quotidiano che fa in un territorio particolarmente difficile, per come dimostra che si può essere un esempio, rappresentare un esempio» ha affermato prima di esprimere solidarietà alle vittime innocenti di un «atto disumano, di un crimine infame che chiaramente ha scioccato tutti, ma siamo qui soprattutto per riportare la presenza seria, autorevole, costante dello Stato italiano, delle istituzioni della Repubblica, che in territori come questo spesso non sono stati sufficientemente percepiti e forse sufficientemente presenti».

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Il fallimento dello Stato

«Se noi oggi siamo qui a quasi dieci anni di distanza dalla storia terribile della piccola Fortunata Loffredo, bambina di sei anni che volò dal balcone e che si scoprì poi era stata violentata, un anno dopo la morte di un altro bambino che si chiamava Antonio, se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro come quello che condanniamo, significa che qui si è consumato un fallimento».

Eppure qualcosa è stato fatto ma serve un cambio di rotta, troppo poco l’impegno delle istituzioni «Uno Stato giusto ha prima di tutto il dovere di difendere i più deboli, i minori sono i principali tra questi soggetti e io vi confesso che il numero delle persone coinvolte nel duplice stupro, alimenta in me il terrore che episodi di questo genere siano più di quelli che emergono alla cronaca dei fatti. Allora io penso che una politica coraggiosa, penso che uno Stato serio debbano essere capaci di mettere la faccia soprattutto sulle cose che sembrano difficili da risolvere, assumendosene la piena responsabilità».

No a zone franche per la criminalità

«È esattamente quello che intendiamo fare, cioè non siamo venuti qui a limitarci alla pur doverosa condanna, alla pur doverosa solidarietà, siamo venuti qui a dire che intendiamo agire e metterci la faccia. Il messaggio principale che noi vogliamo dare è che in Italia non possono esistere zone franche ed è un messaggio che diamo qui, ma il Parco Verde di Caivano non è l’unico territorio che versa in queste condizioni».

«L’obiettivo che ci diamo è che domani Caivano possa essere conosciuto alle cronache perché rappresenta un modello. Da problema a esempio. Questo è l’obiettivo che noi vogliamo darci, che questo Governo vuole darsi, con la collaborazione di tutte le istituzioni, con la collaborazione di tutti i livelli istituzionali».

La lotta alla criminalità

La premier promette «fermezza dello Stato contro la criminalità, contro l’illegalità, contro la droga. Questo territorio sarà radicalmente bonificato e vi assicuro che voi vedrete presto i frutti di questa visita del Governo oggi su questo territorio». Per fare questo però serve intensificare gli sforzi già notevoli delle forze dell’ordine: «Va rafforzata qui la presenza delle Forze dell’ordine, va rafforzata anche, ne parlavamo nella riunione che abbiamo svolto ora, la possibilità di operare da parte dell’apparato giudiziario». Il controllo del territorio, spiega, non sarà l’unica direttrice sul quale agire.

Servizi e sport

C’è «necessità di dotare questo territorio di servizi che i cittadini aspettano, chiedono, che vorrebbero vedere da molto tempo. È la ragione per la quale sono qui oggi, con il ministro Abodi, il ministro Valditara, ma vedrete venire tutti i ministri, per dire che noi siamo qui per cominciare da oggi a dare risposte precise».

La prima di questa risposte riguarda proprio il centro Delphinia. «Questo grande centro sportivo» verrà restituito alla cittadinanza. «Il nostro obiettivo è riaprire il centro sportivo entro la prossima primavera. Noi coinvolgiamo il Genio militare per ripulirlo, coinvolgiamo Sport e Salute. Faremo le norme che servono a operare in deroga, ma soprattutto, quando il centro verrà riaperto, coinvolgeremo le Fiamme Oro della Polizia di Stato per gestirlo. E vogliamo farlo in pochi mesi, dare un segnale concreto, fisico, di uno Stato che è capace di operare. È un intervento da circa 10 milioni di euro che però ci consente di fare di un monumento al degrado un luogo di socialità, un luogo d’aggregazione, un luogo di alternativa, un luogo nel quale si può anche respirare sicurezza».

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L’istruzione

Poi c’è la scuola. «Ho incontrato qui la professoressa Canfora, dirigente scolastica dell’Istituto Morano, docente straordinaria perché su questi territori ci sono persone che fanno delle cose incredibili. Mi ha raccontato il lavoro preziosissimo che fa, ma che si vede insomma, contro la dispersione scolastica in un territorio come questo, andando casa per casa. E voglio dire anche a lei che non è sola, che faremo la nostra parte. Il ministro Valditara che è qui, ha firmato ieri il decreto Agenda Sud».

«È un decreto che si concentra proprio sul tema della lotta al divario educativo, della lotta alla dispersione scolastica e investe oltre 260 milioni di euro e coinvolge circa 2.000 scuole nel mezzogiorno d’Italia, tra cui tutte e quattro le scuole del primo ciclo di Caivano. Che significa? Vuol dire che ci sarà più personale, vuol dire che ci saranno le risorse per aprire le scuole il pomeriggio, per tenerle aperte anche al di fuori dell’orario curricolare, vuol dire che aiuteremo questi docenti anche in tema di sostegno psicologico e sociale ai ragazzi che sono maggiormente in difficoltà. Vuol dire che in queste quattro scuole arriveranno fino a 20 docenti in più».

La cultura

«Credo che vadano rafforzate le norme per combattere la dispersione scolastica perché sì, è vero che c’è un obbligo scolastico ma diciamo che le sanzioni per quelle famiglie che decidono di non mandare i loro figli a scuola ad oggi non mi sembrano sufficienti. Quindi è un altro elemento sul quale intendiamo lavorare e ringrazio chi me l’ha posto. E poi sempre in tema di presidi di cultura, di socialità, di sport, di stili di vita, il Ministro Sangiuliano ha già messo a disposizione 12 milioni di euro in tre anni per avviare una biblioteca, sala multimediale, sala lettura che può essere ubicato sempre all’interno del Centro Delphinia, quindi Centro polifunzionale».

La disoccupazione

Ma l’emergenza al Sud, e a Caivano, riguarda anche la disoccupazione. «Io – dice – penso che queste iniziative debbano rappresentare anche un’opportunità di lavoro per chi abita qui, per cui ho dato indicazioni che nel centro sportivo, centro culturale, in tutti gli spazi che si aprano debba essere data la priorità a chi vive in questi quartieri, vuole lavorare, vuole credere che possano esistere delle alternative. Perché in territori difficili come questo l’albero che cade fa sempre più rumore della foresta che cresce, ma c’è una foresta che cresce anche in questi territori e bisogna riconoscere il valore di queste persone».

«Tra l’altro in tema di lavoro – poi ne parleremo più diffusamente – parte proprio domani la piattaforma del Ministero del Lavoro alla quale, per esempio, gli ex percettori di reddito di cittadinanza, ma non solo, possono rivolgersi per avere la possibilità di avviare corsi di formazione retribuiti, il servizio civile, abbiamo messo in rete tutto il tema dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. È un altro pezzo molto molto importante del lavoro che va fatto su questi territori».

Primi interventi

Progetti ambiziosi ma non isolati. «Sono solamente i primi interventi che noi porteremo qui, c’è il tema delle cosiddette zone Franche o dei territori abbandonati, delle periferie disagiate, un tema del quale si discute da anni. Tante cose sono state fatte anche qui – noi ci siamo resi conto che erano molti gli interventi che erano stati portati avanti -, il problema è che molto spesso quegli interventi non arrivano a compimento, per cui c’è un tema di concentrazione, di continuità che secondo me può fare la differenza».

Il tema di Caivano, sottolinea, è un tema centrale dell’agenda quotidiana del governo: coinvolge l’intero Consiglio dei Ministri. «Io chiederò a ogni membro del governo di essere presente qui, in modo cadenzato, per aggiungere il suo pezzo di questo lavoro e anche per monitorare quello che sta succedendo. Che cosa accade se noi proviamo a concentrare tutte le nostre energie su un luogo, e chiaramente facendolo produciamo norme che ci servono per lavorare anche sugli altri, affrontando piano piano ogni singolo tema che va affrontato, perché si risolve solo se si lavora a 360 gradi. Si risolve solamente se si lavora affrontando contemporaneamente tutte le problematiche».

«Io penso che si possa provare a fare la differenza partendo da qui, fisicizzando questo cambio di passo qui e poi portandolo nelle altre, troppe, zone franche che in Italia sono aperte. Mi rendo conto che è un impegno gravoso quello che ci prendiamo, non è una sfida facile, però credo anche che sia il compito della politica».

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