Meloni: «Governo serio, affidabile, credibile. Con Biden anticipata da propaganda falsa»

di redazione

La premier: l’Italia può avere un ruolo di leadership

«Quello che è emerso è un governo serio, affidabile, credibile, che pone con determinazione il tema dell’interesse nazionale, senza dimenticare gli interessi nazionali degli altri». Lo ha detto dagli Usa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista a SkyTg24, alla fine del suo viaggio a Washington.

Joe Biden ha cambiato idea su di lei, come è successo? «E’ successo che io ero anticipata da una propaganda falsa, che aveva raccontato l’ipotesi di un governo come un disastro della tenuta dei rapporti internazionali, della tenuta economica e delle istituzioni. Ma nella realtà quello che è emerso è un governo serio, affidabile, credibile, che pone con determinazione il tema dell’interesse nazionale, senza dimenticare gli interessi nazionali degli altri».

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«Pongo delle questioni di interesse dell’Italia ma cercando anche punti di convergenza con gli interessi degli altri – ha sottolineato la premier – Quando poniamo il tema del Mediterraneo e dell’Africa non riguarda solo l’Italia ma riguarda il ruolo dell’Occidente e vedono che siamo seri, affidabili e credibili».

Rispondendo a una domanda sul rapporto instaurato con il democratico Biden, Meloni ha evidenziato che «la politica e il governo dello Stato sono due materie molto diverse. Questo è un altro caso in cui la politica estera a volte si legge in modo un po’ superficiale: qualcuno ritiene davvero che quando si guida una nazione si possa parlare solo con i propri omologhi che hanno le stesse idee? Sarebbe devastante, bisogna saper parlare con tutti» e «la centralità che l’Italia assume a volte è proprio per la capacità di parlare con tutti».

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«Quando rappresenti una nazione rappresenti l’interesse nazionale sulla base di una visione, che nel mio caso è conservatrice. Io ho una identità molto definita di cui sono orgogliosa ma dialogo con tutti e ho buoni rapporti con tutti».

Il dossier Africa

Attenzione da parte di Joe Biden sul dossier Africa, a lungo dimenticato? «Assolutamente sì. Io ho notato una consapevolezza di un tema che, appunto, spiego o cerco di spiegare con dovizia di particolari in ogni contesto multilaterale – l’ho fatto al vertice Nato, l’ho fatto al G7, l’ho fatto al Consiglio Europeo – ma mi pare di riconoscere anche la consapevolezza che l’Italia può giocare in questo un ruolo di portavoce, di leadership, di guida spero proprio per la capacità che ha anche di capire il punto di vista dei Paesi africani», ha detto Meloni.

«Probabilmente senza il ruolo che l’Italia ha avuto sarebbe stato più difficile raggiungere l’accordo che è stato raggiunto tra Tunisia e Unione europea – ha rivendicato la presidente del Consiglio -. Non solo per l’approccio tunisino, ma anche per quello che l’Unione europea aveva e che era all’inizio un po’ diverso da quello che noi abbiamo promosso, cioè un approccio pragmatico, capire anche quali sono i rischi che si corrono, quali sono le alternative in campo. E questo è un lavoro che abbiamo fatto noi e alla fine mi pare abbia portato i propri risultati».

La conferenza sulle migrazioni

«La conferenza sulle migrazioni è un’altra iniziativa sulla quale anche gli Stati Uniti sono stati molto interessati, ci hanno fatto i complimenti. Insomma, ritengono che possa essere molto utile mettere insieme tutti i Paesi del Mediterraneo allargato – quindi non solamente Paesi africani, Unione europea ma anche i Paesi arabi – per ragionare insieme su come si fermano i flussi. Perché poi, purtroppo, attraverso le reti di trafficanti – chi conosce la materia sa – non corre solamente la mercificazione degli esseri umani, dei migranti. Spesso le stesse organizzazioni si occupano di tratte di droga, di organi, di esseri umani».

«E quel potere che queste organizzazioni criminali stanno assumendo si rivolta anche contro gli Stati, contro la loro stabilità, particolarmente in Africa. Quindi tutto diventa, in una guerra che è sempre più ibrida, un problema che noi dobbiamo focalizzare. Questo, quindi, riguarda l’Alleanza Atlantica per esempio, riguarda i nostri partner, riguarda noi, riguarda i Paesi europei»

I rapporti con la Cina

«Il mercato non può essere libero se non è anche equo, altrimenti rischiamo di devastare i nostri sistemi industriali che hanno degli standard elevati che altri non hanno. Dunque non decoupling ma derisking nella definizione delle catene di approvvigionamento. E’ un dibattito che va fatto insieme alla Cina non contro la Cina», ha affermato la presidente del Consiglio.

L’alleanza con gli Usa e il dialogo con la Cina «possono certamente stare insieme, è importante riuscire a farle stare insieme. Le semplificazioni in politica estera non sono utili, la base della politica estera è parlare con tutti difendendo i propri interessi e dicendo le cose che non funzionano. Ad esempio in passato qualcosa non ha funzionato sulle catene di approvvigionamento».

I pericoli dell’intelligenza artificiale

«Con Kissinger ho parlato anche di intelligenza artificiale, una materia su cui sono molto attenta e che porterò anche al G7. Non ci stiamo rendendo conto dei rischi possibili», e rispetto alle potenziali opportunità «sono più timorosa delle conseguenze», ha detto la premier nell’intervista a SkyTg24.

«Mentre noi abbiamo sempre avuto un progresso che aiutava a migliorare le nostre competenze ma senza mai mettere in discussione la centralità dell’uomo», adesso il rischio è di «sostituirlo con la tecnologia, e questo deve fare paura: l’impatto sul mondo del lavoro può essere devastante. C’è da stare preoccupati e non si può perdere tempo». Da Kissinger, su questo, «ho avuto molti spunti, ci sta lavorando con degli esperti. Ne ho parlato con Elon Musk, che non ha contribuito a tranquillizzarmi: anche lui è critico e preoccupato, vede anche lui i rischi».

La politica interna

L’opposizione pronta a dialogare sul salario minimo? «Non credo… Sono io che ho aperto al dialogo sul salario minimo. Io ho fatto l’opposizione, non ho mai avuto problemi a dialogare, ma buona parte dell’opposizione, qualsiasi cosa tu faccia, dice che non va bene e io lo considero un approccio sbagliato, che non è stato il mio», ha detto Meloni dicendosi comunque «disponibile e aperta» a un confronto.

La presidente del Consiglio ha rimarcato di apprezzare «quando vedo un approccio non pregiudiziale, ad esempio l’appello di Calenda sul salario minimo». «Io – ha aggiunto – capisco il tema del salario minimo, è un tema per me sensibile garantire salari adeguati. Il dubbio che ho sul salario minimo – ha spiegato – è che possa diventare sostitutivo e non aggiuntivo. Se ci sono soluzioni possibili sono disponibile e aperta a parlarne perché quando parte dell’opposizione cerca il dialogo è giusto darlo. Spero sempre di trovare un’opposizione dialogante».

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