La minaccia: «Dite al mastro (il titolare) che si deve presentare»
Tra gli scorsi mesi di marzo e aprile avrebbero gravemente minacciato a scopo di estorsione alcuni imprenditori impegnati in lavori edili a Giugliano in Campania (Napoli): cinque presunti affiliati al clan camorristico Mallardo, accusati di tentata estorsione continuata e di ricettazione aggravati dal cosiddetto ‘metodo mafioso’, sono stati sottoposti a un provvedimento di fermo emesso dalla Dda dai Carabinieri della Compagnia di Giugliano. Dalle indagini è emerso che per recarsi nei cantieri dove chiedere il pizzo gli indagati usavano moto con targhe in precedenza sottratte ad altri veicoli.
«Andatevene, vi do dieci minuti poi ripasso, dite al mastro (il titolare) che si deve presentare… lui sa dove». Sono alcune delle minacce che i cinque presunti appartenenti al clan Mallardo, componente «di rango» della triade malavitosa che costituisce la cosiddetta Alleanza di Secondigliano, hanno rivolto agli operai di una ditta impegnati in un cantiere edile a Giugliano in Campania. Sono cinque le tentate estorsioni nei confronti di altrettante imprese contestate dai carabinieri, commesse nell’arco di un mese, tra il 21 marzo e il 20 aprile scorsi, tutte connotate da minacce proferite ai lavoratori mentre gli indagati con il volto coperto da caschi erano in sella a scooter con targhe rubate.
Ed è proprio per quest’ultimo particolare che viene contestata anche la ricettazione insieme con la tentata estorsione aggravata. A dare una mano agli investigatori anche le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza installati nei cantieri. I destinatari dei provvedimenti di fermo sono Ernesto Cecere, 45 anni; Gennaro Maraniello, 44 anni, Gaetano Mele, 37 anni, Giuseppe Mele, 42 anni e Nicola Sarnataro, 56 anni.
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