L’avvocato Iavarone: «Lo Stato ha cercato di recuperarlo»
Stesso nome di battesimo ma sorte diversa: uno morto, l’altro in cella con la grave accusa di omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose. Si è interrotto con il reato più grave il percorso di riabilitazione di Francesco Pio Valda, il 19enne sottoposto a fermo per l’omicidio del 18enne (è nato il 14 settembre 2004) omonimo Francesco Pio Maimone, raggiunto da un colpo di rivoltella esploso al culmine di una lite per futili motivi, la notte tra domenica e lunedì scorsi, davanti a un chiosco sulla strada degli chalet del lungomare di Napoli. «Il fratello Luigi, che ho seguito insieme con Francesco Pio – spiega l’avvocato Antonio Iavarone, legale del presunto assassino – è in carcere per tentato omicidio. A giugno ci sarà l’udienza del processo in abbreviato che lo vede imputato».
«Lo Stato ha cercato di recuperare entrambi e per Francesco Pio – tiene a precisare Iavarone – sembra fosse cosa fatta. Era stato arrestato insieme con Luigi per spaccio di sostanza stupefacenti. All’epoca era minorenne. Il Tribunale accordò la ‘messa alla prova’ che Francesco Pio riuscì a superare con successo. E infatti, – afferma – il reato contestato venne dichiarato estinto. Poi all’alba di lunedì la tragedia. È caduto nuovamente nel contesto criminale dal quale sembra fosse uscito».
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