Reati perseguibili d’ufficio se c’è l’aggravante mafiosa o di terrorismo

Il governo approva il ddl presentato da Nordio

Procedibilità d’ufficio per tutti i reati nei casi in cui ricorre l’aggravante mafiosa o di terrorismo. E possibilità in tutti gli altri casi di procedere all’arresto in flagranza, anche senza la querela delle vittima del reato, purchè questa sia acquisita entro 48 ore. Dopo l’allarme della magistratura sul rischio di scarcerazioni e impunità per una serie di reati divenuti o che erano già perseguibili a querela, il governo corre ai ripari con un disegno di legge presentato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e approvato dal Consiglio dei ministri.

Un intervento «chirurgico e mirato», come lo aveva definito in mattinata Nordio alla Camera, non solo sulla riforma Cartabia, di cui il ministro apprezza la direzione complessiva, ma su tutte le norme precedenti che nel tempo hanno reso perseguibili solo su denuncia della vittima alcuni reati, pur in presenza dell’aggravante mafiosa e terroristica. Una sessantina in tutto, di cui 7 introdotti dall’ultima riforma.

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L’esigenza di intervenire si era posta in particolare dopo un caso che aveva fatto scalpore: durante un processo a Palermo la procura era stata costretta a chiedere la scarcerazione di tre imputati di lesioni aggravate dal metodo mafioso per mancanza della querela. Nessuno era stato scarcerato in quanto detenuto per altri reati. Ma sull’onda di quella vicenda sia i pubblici ministeri sia l’Associazione nazionale magistrati avevano sollecitato «un ripensamento, in tempi rapidi, delle scelte del legislatore».

La libertà di determinazione della vittima

A far discutere erano state anche altre vicende di cronaca, come i responsabili di diversi furti d’auto in Veneto che erano stati scarcerati per la mancanza di querela. Le misure adottate dal governo intendono rimediare proprio a queste «criticità», come aveva spiegato in mattinata il ministro, annunciando l’intervento. Così per quanto riguarda mafia e terrorismo, con la procedibilità d’ufficio per tutti i reati in cui ricorre questa aggravante, si intende tutelare la libertà di determinazione della vittima, che per paura potrebbe rinunciare a denunciare i responsabili del reato.

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Con l’intervento sull’arresto in flagranza di reato perseguibile a querela accadrà, nel caso per esempio del furto di un veicolo con violenza sulle cose, che si potrà procedere all’arresto del reo in flagranza, anche se non è possibile reperire subito la vittima. Naturalmente l’arresto decadrà dopo 48 ore, se non si è acquisita la querela. A spingere per un intervento erano state soprattutto la Lega e Fdi.

«Il governo Meloni, intervenendo in maniera tempestiva e oculata, conferma così il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata, in coerenza con quanto avevamo detto durante la campagna elettorale e cioè lotta senza tregua a tutte le mafie», dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan. E il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari (Lega) parla di «promessa mantenuta». Mentre Enrico Costa, vicesegretario di Azione, osserva che si tratta di un abile colpo di Nordio contro i detrattori della riforma Cartabia.

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